Alessia Merz, dalla lucina rossa al rapporto con Boncompagni: "Come reagivo ai suoi inviti"


Alessia Merz ha fatto sognare una generazione di adolescenti negli anni Novanta, quando era una delle protagoniste di Non è la Rai, il programma cult di Gianni Boncompagni. La showgirl trentina, oggi 41 anni, ha raccontato al Corriere della Sera come ha vissuto quell’esperienza, tra rivalità, difficoltà e successi.
La corsa per un posto - “Timida, non avevo ancora la faccia tosta che mi è venuta dopo. Ballai Please don’t go. Ricordo le terribili mamme delle altre concorrenti. ‘Questa viene qui a rubarci il lavoro’. Ma era solo l’inizio”. Così Alessia Merz descrive il suo arrivo a Roma, a 17 anni, con il sogno di far parte appunto di Non è la Rai, il programma televisivo di punta di quel periodo.
Alla conquista della lucina rossa - La concorrenza era spietata, ricorda la showgirl: “Mi ritrovai in mezzo a 120/130 ragazzine che lottavano per conquistare la lucina rossa che ti inquadrava. Se per caso la telecamera si posava su di me, qualcuna mi passava davanti apposta. ‘Oh, scusa, non ti avevo visto’. Per caso trovai un posto libero in prima fila, ma non feci in tempo ad accomodarmi che mi tolsero la sedia da sotto al sedere. ‘Vai subito in fondo, sei l’ultima arrivata’. Dispetti continui, cattiverie”.
Boncompagni? Bastava dire di no - Alessia Merz nell’intervista affronta anche il tema Boncompagni, che definisce “geniale, ironico”, e spiega: “Era una persona molto sola. Lo hanno infangato con me è sempre stato corretto. Magari ti invitava a cena a casa sua, bastava dire di no, non è che cascassi dal pero”.
Con Ambra i rapporti erano buoni - Era lei la protagonista assoluta: “All’inizio mi faceva tenerezza - racconta ancora Alessia Merz - diventava rossa ad ogni inquadratura. Bravissima. Una volta si è ammalata e l’ho sostituita per quattro giorni con l’auricolare nell’orecchio, sembra facile, non lo e”.
Poi arrivò Striscia La Notizia - Dopo Non è la Rai, Antonio Ricci la chiamò a Striscia la Notizia come velina. Sul bancone insieme a lei c’era Cristina Quaranta: “I primi tempi non ci sopportavamo, eravamo come il diavolo e l’acqua santa - ricorda Merz - Cristina ha un carattere che non conta nemmeno fino a 1 ed esplode, poi però diventa la persona più carina al mondo. Io invece conto fino a 100 ma a 101 sei morta. Mi provocava. ‘Sei troppo moscia, reagisci’. Cambiava apposta la coreografia per farmi sbagliare. Alla prima intervista ufficiale si raccomandarono: ‘Fingete di andare d’accordo’”. Non ci riuscirono, come svela la showgirl trentina: “Un giorno persi la pazienza e la attaccai al muro anche io. ‘Ah, allora vedi che se vuoi il carattere ce l’hai’. Diventammo amiche per la pelle”.

Alessia Merz ha fatto sognare una generazione di adolescenti negli anni Novanta, quando era una delle protagoniste di Non è la Rai, il programma cult di Gianni Boncompagni. La showgirl trentina, oggi 41 anni, ha raccontato al Corriere della Sera come ha vissuto quell’esperienza, tra rivalità, difficoltà e successi.
La corsa per un posto - “Timida, non avevo ancora la faccia tosta che mi è venuta dopo. Ballai Please don’t go. Ricordo le terribili mamme delle altre concorrenti. ‘Questa viene qui a rubarci il lavoro’. Ma era solo l’inizio”. Così Alessia Merz descrive il suo arrivo a Roma, a 17 anni, con il sogno di far parte appunto di Non è la Rai, il programma televisivo di punta di quel periodo.
Alla conquista della lucina rossa - La concorrenza era spietata, ricorda la showgirl: “Mi ritrovai in mezzo a 120/130 ragazzine che lottavano per conquistare la lucina rossa che ti inquadrava. Se per caso la telecamera si posava su di me, qualcuna mi passava davanti apposta. ‘Oh, scusa, non ti avevo visto’. Per caso trovai un posto libero in prima fila, ma non feci in tempo ad accomodarmi che mi tolsero la sedia da sotto al sedere. ‘Vai subito in fondo, sei l’ultima arrivata’. Dispetti continui, cattiverie”.
Boncompagni? Bastava dire di no - Alessia Merz nell’intervista affronta anche il tema Boncompagni, che definisce “geniale, ironico”, e spiega: “Era una persona molto sola. Lo hanno infangato con me è sempre stato corretto. Magari ti invitava a cena a casa sua, bastava dire di no, non è che cascassi dal pero”.
Con Ambra i rapporti erano buoni - Era lei la protagonista assoluta: “All’inizio mi faceva tenerezza - racconta ancora Alessia Merz - diventava rossa ad ogni inquadratura. Bravissima. Una volta si è ammalata e l’ho sostituita per quattro giorni con l’auricolare nell’orecchio, sembra facile, non lo e”.
Poi arrivò Striscia La Notizia - Dopo Non è la Rai, Antonio Ricci la chiamò a Striscia la Notizia come velina. Sul bancone insieme a lei c’era Cristina Quaranta: “I primi tempi non ci sopportavamo, eravamo come il diavolo e l’acqua santa - ricorda Merz - Cristina ha un carattere che non conta nemmeno fino a 1 ed esplode, poi però diventa la persona più carina al mondo. Io invece conto fino a 100 ma a 101 sei morta. Mi provocava. ‘Sei troppo moscia, reagisci’. Cambiava apposta la coreografia per farmi sbagliare. Alla prima intervista ufficiale si raccomandarono: ‘Fingete di andare d’accordo’”. Non ci riuscirono, come svela la showgirl trentina: “Un giorno persi la pazienza e la attaccai al muro anche io. ‘Ah, allora vedi che se vuoi il carattere ce l’hai’. Diventammo amiche per la pelle”.

Alessia Merz ha fatto sognare una generazione di adolescenti negli anni Novanta, quando era una delle protagoniste di Non è la Rai, il programma cult di Gianni Boncompagni. La showgirl trentina, oggi 41 anni, ha raccontato al Corriere della Sera come ha vissuto quell’esperienza, tra rivalità, difficoltà e successi.
La corsa per un posto - “Timida, non avevo ancora la faccia tosta che mi è venuta dopo. Ballai Please don’t go. Ricordo le terribili mamme delle altre concorrenti. ‘Questa viene qui a rubarci il lavoro’. Ma era solo l’inizio”. Così Alessia Merz descrive il suo arrivo a Roma, a 17 anni, con il sogno di far parte appunto di Non è la Rai, il programma televisivo di punta di quel periodo.
Alla conquista della lucina rossa - La concorrenza era spietata, ricorda la showgirl: “Mi ritrovai in mezzo a 120/130 ragazzine che lottavano per conquistare la lucina rossa che ti inquadrava. Se per caso la telecamera si posava su di me, qualcuna mi passava davanti apposta. ‘Oh, scusa, non ti avevo visto’. Per caso trovai un posto libero in prima fila, ma non feci in tempo ad accomodarmi che mi tolsero la sedia da sotto al sedere. ‘Vai subito in fondo, sei l’ultima arrivata’. Dispetti continui, cattiverie”.
Boncompagni? Bastava dire di no - Alessia Merz nell’intervista affronta anche il tema Boncompagni, che definisce “geniale, ironico”, e spiega: “Era una persona molto sola. Lo hanno infangato con me è sempre stato corretto. Magari ti invitava a cena a casa sua, bastava dire di no, non è che cascassi dal pero”.
Con Ambra i rapporti erano buoni - Era lei la protagonista assoluta: “All’inizio mi faceva tenerezza - racconta ancora Alessia Merz - diventava rossa ad ogni inquadratura. Bravissima. Una volta si è ammalata e l’ho sostituita per quattro giorni con l’auricolare nell’orecchio, sembra facile, non lo e”.
Poi arrivò Striscia La Notizia - Dopo Non è la Rai, Antonio Ricci la chiamò a Striscia la Notizia come velina. Sul bancone insieme a lei c’era Cristina Quaranta: “I primi tempi non ci sopportavamo, eravamo come il diavolo e l’acqua santa - ricorda Merz - Cristina ha un carattere che non conta nemmeno fino a 1 ed esplode, poi però diventa la persona più carina al mondo. Io invece conto fino a 100 ma a 101 sei morta. Mi provocava. ‘Sei troppo moscia, reagisci’. Cambiava apposta la coreografia per farmi sbagliare. Alla prima intervista ufficiale si raccomandarono: ‘Fingete di andare d’accordo’”. Non ci riuscirono, come svela la showgirl trentina: “Un giorno persi la pazienza e la attaccai al muro anche io. ‘Ah, allora vedi che se vuoi il carattere ce l’hai’. Diventammo amiche per la pelle”.

