"Cretino e reazionario". Così definì Emmanuelle, il libro che divenne un fenomento mondiale, un grande successo e oggetto di infinite discussioni, il suo traduttore italiano Goffredo Fofi. Trovando allora che fosse molto meno scandaloso e shock di come apparisse. Nel 1974 la storia di Emmanuelle fu trasposta al cinema dal regista Just Jaeckin e fece della splendida attrice olandese Sylvia Kristel un simbolo del sesso "liberato". Cinquant'anni dopo, Emmanuelle torna al cinema in una versione tutta nuova e decisamente aggiornata.
A interpretare la giovane moglie di un diplomatico che si muove fra Parigi e Bangkok, aprendosi ad ogni genere di avventura e sperimentazione sessuale, sarà la modella e attrice francese Noemie Merlant. A dirigere è la regista Audrey Diwan, la Merlant ha sostituito come protagonista principale Lea Seydoux. E se oggi la messa in scena consente di essere molto più espliciti, lo sguardo femminile promette di sapere essere più acuto ed "estremo" della versione patinata che fece Jaeckin nel 1974.
Il film avrà la sua prima mondiale a settembre, e conterrà anche un remake della celebre scena a bordo di un aereo che 50 anni fa fu un boato e spinse il film, stroncato dalla critica, verso un successo mondiale che dura fino ad oggi. Una cosa è certa: dalle nuove commedie scatenate e volgari americane a film come questo, dopo anni di clausura da MeToo sesso ed eros si stanno riprendendo il cinema. Con quali esiti, lo vedremo.
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