Tinto Brass, maestro del cinema erotico, compie 90 anni e fa il bilancio della sua vita in una intervista al Corriere della Sera, dove parla del suo lavoro, del rapporto con i figli e di quello con le donne. A proposito dei suoi film spiega perché sono sempre attuali: "Sono caratteristici e cantavano la libertà, con le donne e con il sesso".
Il rapporto con le attrici dei suoi film? - “Anna Galiena non mi ha amato, racconta. Nel primo giorno di riprese, alla fine della prima scena io le ho messo le mani sul seno, le mi ha fulminato. Il film è andato avanti lo stesso, ma il rapporto non ha funzionato. Eppure era stata lei a proporsi. Ho litigato con Tinta (la prima moglie) per Deborah Caprioglio. Era molto calorosa e simpatica. E libera, molto libera”.
“Mai molestato nessuna” - Quando la giornalista del Corriere osserva che oggi non potrebbe mai fare uno dei suoi vecchi film perché interverrebbero le attiviste, lui replica: “Non ho mai assolutamente molestato nessuno sul set. Chi ci stava era consenziente, ma sempre fuori dal set. Si prendevano degli impegni per dopo. Per me sarebbe impossibile girare oggi a queste condizioni. Ma troverei il modo per renderle disponibili
Il rapporto con la moglie – Tinto Brass rivela anche qualcosa sulla sua intimità domestica. “Purtroppo non posso più soddisfare tutti i miei desideri con Caterina (la moglie). Ma lei mi dà ancora tanta speranza e tante illusioni Ancora immagino? Sì. La guardo mentre si spoglia, come quando da piccolo guardavo le domestiche dal buco della serratura". La mia prima volta? "Avevo sedici anni. Al Lido. in spiaggia, mi hanno spiegato la teoria. Poi sono andato in un casino a Venezia. Eravamo in tanti amici, ma poi, quando ci hanno chiesto i documenti gli altri sono scappati e sono rimasto solo io".
Con i due figli – “ Ce l’ho buono, spiega. La figlia mi ama. Il figlio non lo vedo, ha un altro giro. Andavamo in barca insieme, ma c’era già un rapporto conflittuale. Lo stesso che lei ha avuto con suo papà? L’avevo sentito poco prima che morisse e mi aveva detto: ‘Dobbiamo parlare’. Ho il rimpianto di non aver fatto in tempo. Quando morirò le mie ceneri saranno sparse a Venezia.