A Milano al Teatro degli Arcimboldi, la platea è avvolta da un silenzio che sa di attesa, di quelle che precedono le confessioni importanti. Samuele Bersani sale sul palco. Non è solo un ritorno alla musica dopo mesi di assenza, ma un momento di verità. "Ho avuto un tumore ai polmoni al primo stadio", dice, con quella voce che sembra sempre sul punto di spezzarsi ma che, invece, tiene. E il pubblico, che lo ha aspettato con il fiato sospeso, si scioglie in un applauso che è più di un benvenuto: è un abbraccio.
Tutto era iniziato lo scorso novembre, quando Samuele aveva annunciato sui social un improvviso stop al suo tour "Samuele Bersani & Orchestra". "Non è semplice scrivere quello che sto per dirvi", aveva esordito, "ho scoperto da pochissimi giorni di avere un problema di salute che mi obbliga a fermarmi". Nessun dettaglio, solo rassicurazioni: "Niente che abbia a che vedere con la mia voce". Le date slittano alla primavera, i fan si stringono attorno a lui con messaggi che, come dirà poi, "mi hanno tenuto unito a voi anche da lontano". E poi, il 24 dicembre, un regalo di Natale: "Posso finalmente urlare che sono guarito". Ma guarito da cosa? Il mistero restava, e con esso un misto di sollievo e curiosità.
Ora, sul palco di Milano, Samuele scioglie quel nodo. "Era un tumore ai polmoni, scoperto per caso, al primo stadio. Sono arrivati in tempo", racconta, con la semplicità di chi ha guardato in faccia la paura e l’ha trasformata in un monito. "Dobbiamo fare tutti i controlli, non possiamo permetterci di non ascoltare il nostro corpo". Non c’è autocommiserazione nelle sue parole, né retorica. C’è, piuttosto, la gratitudine di chi sa che il tempo non è scontato, e la voglia di condividerla con chi, per anni, ha trovato rifugio nelle sue canzoni.