Fare i conti con se stesso, una volta per tutte. Qual è il vero Rocco Tano in arte Siffredi? Quello macho, distruggi-femmine e spiritosissimo che abbiamo conosciuto per anni? O quello fragile, facile alla lacrima, a un filo dalla depressione e travolto dalla dipendenza del sesso e dal senso di colpa?
Per fare ordine, Rocco Siffedi va in scena con lo spettacolo Siffredi racconta Rocco, che ha fatto tappa con il tutto esaurito al Teatro degli Arcimboldi di Milano il 29 ottobre scorso, e in cui sul palco c'è anche sua moglie Rosa Caracciolo (vero nome Rosza Tassi).
Presentando in una serie di interviste questo spettacolo, Rocco Siffredi ha detto chiaramente di sentirsi, ora "il più odiato del mondo hard". Perché ne svela trucchi, messinscena, retroscena ed effetti collaterali. E per molti questo è sinonimo di sputare nel piatto in cui hai mangiato e fare soldi in modo cinico con il tuo senso di colpa.
Sincero anche sul suo esordio sul set a luci rosse, a Parigi, in un film intitolato Belle d'amour: "un trionfo di tacchi a spillo e calze autoreggenti. Stavo impazzendo, era tutto troppo forte. Durai tre secondi. La mia fortuna sono state le dimensioni, se no mica mi avrebbero richiamato". Come ha rivelato al Giorno.
Senza mezze misure anche nello svelare i trucchi della messinscena hard: "Oltre il 90% degli attori non è naturale, si fanno le punturine o addirittura s’installano l’impianto idraulico, lo spiego bene nello spettacolo. Si è persa la vocazione. Mentre prima vivevi queste maratone, in cui aspettavi per ore il tuo turno, a volte scalando al giorno dopo".
La lotta alla sessodipendenza come va? "Devi avere la fortuna di trovare una donna incredibile e tostissima, che non solo abbia la forza di capirti ma pure di aiutarti, di andare oltre i pregiudizi, di riempirti d’amore. In una situazione paragonabile alla dipendenza da droghe, gioco, alcol". Ed ecco perché ora Rosza è sul palco insieme a lui.
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