In tempi di body shaming ad ogni angolo di strada, di facili trabocchetti verbali e social in cui cadere finendo linciati, la domanda se la fanno tutti ma nessuno osa proporla in pubblico. Resa in modo elegante potrebbe essere: come mai si è trasformato così il Robin Hood del grande schermo, il Gladiatore diventato l'eroe prediletto degli ultimi anni? La riapparizione di Russell Crowe a Sanremo 2024, per di più in veste di cantante, ha messo in giro il sospetto che l'attore neozelandese sia un po' in disarmo.
Appesantito, con barbona più sale che pepe, certo è differente dall'aitante macho che faceva impazzire un'altrettanto aitante Sharon Stone pistolera in Pronti a morire. E allora che sta succedendo? Succede che le cose cambiano e anche le persone. Crowe è un quasi 60enne che cinque anni fa ha divorziato dall'adorata moglie Danielle Spencer, cantante e attrice con cui ha messo a mondo due figli. L'amore di una vita che finisce, il ripiegamento nel privato.
Le sue gioie più recenti sono state il ritorno alla musica, lui che aveva cominciato come cantante in un gruppo prima del boom nel cinema, e l'aver trovato i suoi antenati italiani, per la precisione marchigiani. Crowe non fa un film all'altezza dei grandi titoli che lo hanno reso una star da almeno dieci anni, e il recente L'esorcista del Papa certo non lo ha riportati ai fasti del Gladiatore. Ma lui è felice così. Suona, canta, recita ancora, dà l'impressione di godersi la vita. E se questo ha contraccolpi sulla bilancia, è affare suo e della sua salute.
Il tempo passa e tutto cambia. E comunque sul palco di Sanremo Russell Crowe è stato di una simpatia semplice e disarmante. Lui che al top del successo si era fatto una fama da persona con cui era difficile avere a che fare.
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