Il 30 ottobre ne sapremo tutti di più, ma per il momento le reazioni sono shock. Per quello che accade al viso della 61enne Demi Moore, che tra red carpet e party Vip finora ha sempre fatto vanto della sua forma spettacolare, tanto da mostrare molto meno dei suoi anni. Ma il fatto è che la Moore ha accettato quello che, pare proprio essere il suo ruolo della vita. Una scommessa da alto rischio perché prevede che lei venga devastata fisicamente, al punto che arrivano notizie che gli spettatori di The Substance nel Regno Unito e negi Usa non reggono la visione ed escono dalle sale cinematografiche?
Una trovata pubblicitaria vecchio stile? Potrebbe essere, di certo c'è che poche come le registe riescono a trattare in modo estremo e disturbante le storie di trasformazione del corpo femminile. Così è stato nel discussissimo Titane di Julia Ducourneau che ha vinto a Cannes 2021, della Charlize Theron orrenda e serial killer in Monster di Patty Jenkins e ora alla Demi Moore nei panni di una diva Hollywoodiana invecchiata che, passata la boa dei 50 comincia a perdere lavoro e considerazione. Qui a dirigere è la regista Coralie Fargeat.
Fino ad accettare di iniettarsi la Sostanza, che promette ringiovanimento. Ma il siero si rivela funzionare in modo diverso da come se l'aspettava, e così da Elisabeth, questo il nome del personaggio della Moore, nasce un clone più giovane, Sue (Margaret Qualley, la lanciatissima figlia di Andie McDowell) che ha bellezza e freschezza ormai perse da Elisabeth. Regola vuole che per sopravvivere entrambe potranno vivere in modo alternato, con una delle due che va in ibernazione e nutre l'altra. Fino a che il corpo comincia a consumarsi, disfarsi, in modo davvero estremo. Per alcuni è una sorta di versione moderna e horror de Il ritratto di Dorian Grey di Oscar Wilde, per altri una prova d'attrice superba e coraggiosa, ma che mette a dura prova lo spettatore. E c'è chi invoca l'Oscar per Demi Moore.
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