"Romeo è Giulietta": incassi record, tutti alla corte di Veronesi. Col ricordo speciale di Francesco Nuti
Uscito a San Valentino, il film del regista toscano vola al box office e propone un cast ricchissimo. Tutte le voci, e il ricordo di chi non c'è, come Nuti
Non ha mai festeggiato San Valentino, Giovanni Veronesi, ma il suo film Romeo è Giulietta è uscito a San Valentino ed è il più visto in Italia in questo momento: “Ho pensato alle coppie in crisi, che possono venire al cinema, stare zitti durante il film, e poi continuare a non parlarsi quando escono”, ride il regista toscano, all’ennesimo successo della sua vita. Ne consegue l’appello: “Ragazzi se andate al cinema e il film vi piace, fate il passaparola, vi prego”. Finora ha funzionato benissimo. Ma parlare di Romeo è Giulietta, al Cinema Circuito Sivori di Genova, è anche l’occasione di raccontare alcuni degli attori e dei personaggi della vita di Veronesi, un viaggio che facciamo nome dopo nome, aneddoto dopo aneddoto, amicizia dopo amicizia.
Margherita Buy – “Anche in questo film è stata straordinaria e grandissima, un’attrice immensa. Poi nella vita è piena di ansie e insicurezze, ma appena arriva sul set è una Rolls Royce della recitazione. Margherita ha paura dell’aereo, ha terrore di moltissime cose, una volta ha fatto tornare indietro un volo che era già sulla pista. Credo che il suo vicino di posto in aereo abbia ancora il segno delle unghie della Buy sul polso. La sua ansia è assoluta e vuole essere rassicurata in continuazione: ogni volta che facciamo un film insieme mi dice che non mi vuole più vedere. Poi, insieme abbiamo vinto due David di Donatello e un Nastro d’Argento, e quindi torna. E in “Romeo è Giulietta” è stata straordinaria, anche con poche scene”.
Francesco Nuti – “Questo è il primo film che faccio da orfano, senza di lui. Francesco è morto il 12 giugno e abbiamo iniziato le riprese il 14. Ricordo ancora il film che girammo a Genova, un film molto notturno, “Stregati”. Erano anni in cui i vicoli erano ancora pericolosi e noi vivemmo tutto quel pericolo, questa splendida città oggi è completamente diversa”.
Riccardo Scamarcio – “E’ un amico, abbiamo lavorato insieme, ma ci sono situazioni in cui nemmeno l’amicizia aiuta. Io, ad esempio, anche se in “Romeo è Giulietta” racconto una storia ambientata nel mondo del teatro, ho la straordinaria tendenza ad addormentarmi a teatro. E’ qualcosa più forte di me: sarà il vellutino delle poltrone, sarà il pulviscolo nell’aria, sarà un po’ tutto, ma io mi addormento. Insomma, un giorno Riccardo mi ha invitato a vedere il suo “Giulietta e Romeo”, stavolta senza accento, e diciamoci la verità, sarà anche un gran testo, ma sappiamo come va a finire, non è che succedono sorprese. Insomma, Scamarcio ne interpretò uno, con un regista importante (“Valerio Binasco” specifica subito Pilar Fogliati, secchionissima), che durava tre ore e trenta minuti, con due intervalli. Io dopo il primo intervallo pensai che fosse finito e mi alzai per andare in camerino a salutare Riccardo, complimentandomi perché lo faceva “finire strano”. Invece, purtroppo, non avevo capito niente, lo spettacolo non era finito e la conclusione era la solita”.
Pilar Fogliati – “Con lei non si sente la differenza generazionale e non ha alcun senso il discorso di chi dice che serve sempre la gavetta: ci sono talenti che esplodono giovanissimi e di solito sono i più puri. Ecco, lei è un talento straordinario, una con cui passare volentierissimo i pomeriggi anche a litigare sulla sceneggiatura”.
Leonardo Pieraccioni e Silvio Muccino – “Per me che ero abituato al primo Pieraccioni o al giovane Muccino che entrava, si sdraiava sul divano e metteva i suoi piedoni, che sono piedoni da ragazzo (con tutti i sottintesi sugli effluvi dei piedi dei ragazzi ndr), scrivere con Pilar è un salto di qualità incredibile”.
Domenico Procacci e Piera Detassis – “Tutti noi conosciamo Domenico e sappiamo che è uno straordinario produttore, esattamente come Piera Detassis è una grande critica. Insomma, due grandi conoscitori del cinema. Quando sono venuti sul set di “Romeo è Giulietta” nemmeno loro si sono resi conto che il personaggio di Otto Novembre era Pilar vestita da uomo, tanto era brava e credibile”.
Geppi Cucciari – “Ridiamo quando la vediamo perché pensiamo alla Geppi televisiva, ma in realtà sul set e nel film ha dimostrato di essere anche un’ottima attrice, diversa dal suo personaggio tradizionale”.
Sergio Castellitto, Alessandro Haber, Maurizio Lombardi e la differenza con gli attori cani – “Esattamente come Margherita Buy sono grandi attori che ho avuto sul set di questo film e che magari, come Alessandro, fanno pochissime cose, ma in poche battute riesce ad essere straordinario. E’ la caratteristica dei grandi attori, che non lo fanno pesare. Poi, in carriera magari mi è capitato di trovare attori cani…”.
La Rai di oggi – “Mi chiedete perché non faccio più il monologo in radio. Diciamo che non ci sono le condizioni per lavorare con certa gente”. Usa anche una parola fortissima, certamente incompatibile con il ritorno all’emittenza di Stato, “a volte ci sono metodi un po’ mafiosi e io con chi usa questi metodi non voglio avere a che fare”.
Le fiction Rai – “Io stimo moltissimo Pilar, ma quando ho visto “Cuori” non ho capito moltissimo. Questi dottori non facevano altro che trombare, ma la cosa che mi faceva più male era che il personaggio di lei andava con due diversi”.
Asia Argento – E’ protagonista di un cameo in “Romeo è Giulietta” e si conquista la dedica finale del film “Grazie ad Asia, di cui sono orgoglioso di essere amico da tantissimi anni”.
Quelli che sbagliano – “Io amo i personaggi come quello interpretato da Pilar Fogliati, che prima copia un testo di un’autrice cilena, lo porta in tournèe, ha un incredibile successo e poi viene scoperta. E poi fa la seconda truffa fingendosi maschio (“ero identica a mio fratello che, infatti, mi ha chiesto perché avessi messo la sua fotografia sui manifesti”) ma a noi ci garbano più quelli che sbagliano, rispetto quelli che sono tutti perfetti”.
L’amore - “Non è un caso che abbia fatto tanti film su questo tema perché in realtà non ci ho mai capito niente. Vorrei davvero che qualcuno un giorno me lo spiegasse ma credo che una soluzione non la troverò mai anche se questa gabbia, questa trappola meravigliosa che ti fa cambiare e ti isola dal mondo finisce per coinvolgerti sempre. Quindi ci provo ogni volta, tanto che qui ho scomodato la più grande storia d'amore mai raccontata sia pure modificandone i parametri. Ma non ci ho capito niente lo stesso”.