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Francini, il cinema è vivo e lotta insieme a noi

di Ansa   
Francini, il cinema è vivo e lotta insieme a noi

(ANSA) - ROMA, 12 FEB - "Il cinema è vivo, è vivissimo e combatte insieme a noi. Io ho sempre pensato che tutto quello che muore resta nella luce: lo diceva Peppino Impastato ne I cento passi, io la penso esattamente così". Lo dice Chiara Francini, attrice e produttrice indipendente che oggi ha partecipato ad un convegno alla Camera sulle eccellenze italiane nell'industria globale dell'intrattenimento. "Il cinema italiano è stato dichiarato morto un milione di volte, e milioni di volte è risorto dalle sue ceneri, perché è giusto così, è naturale e fisiologico, perché il cinema racconta la vita" e "il cinema italiano è una creatura fragile e potentissima, è riuscito a cadere e a rialzarsi mille volte, a raccontare il nostro tempo nella sua brutale bellezza, nella sua malinconia e nella sua resistenza" ha detto l'attrice sostenendo che "il cinema non soltanto nei suoi contenuti, ma anche nella sua esistenza, come industria, deve restituire quest'altalena, questo singhiozzo, deve restituire queste vette e queste cadute.

Perché se ci pensate quando si crolla per terra abbiamo una grandissima opportunità. L'opportunità di vedere la realtà da una prospettiva che mai avremmo potuto avere se fossimo sempre stati eretti. E nel momento dell'ascensione, nel momento in cui ci si rialza, c'è la conoscenza. E questo è il cinema italiano. Questo è il miracolo del cinema italiano, è il miracolo della letteratura". Il cinema, ha poi aggiunto l'attrice-produttrice è letteratura: "Non saremmo italiani senza Dante, senza Grazia Deledda, senza Sandro Penna, senza Antonioni, senza Franca Rame e senza Dario Fo" di cui, ha ricordato, da produttrice ha realizzato Coppia aperta, quasi spalancata, "un piccolo-grande film che, grazie allo Stato abbiamo potuto creare e che ha aperto le giornate degli autori all'ultima mostra del cinema di Venezia". Il cinema italiano, ha inoltre aggiunto, "va sostenuto in ogni sua forma, dal cinema d'autore a quello di genere, al documentario, a quello sperimentale, perché non sappiamo mai dove nascerà il prossimo capolavoro, non sappiamo quando nascerà il prossimo autore che lascerà un segno nella nostra epoca. Dostoevski diceva che la bellezza salverà il mondo, io invece sono sempre stata convinta che il dialogo salverà il mondo e che il cinema sia essenziale per salvare l'Italia". (ANSA). .

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