Zucchero senza filtri: "Mi sentivo annullato e piangevo, ecco perchè leggevo Bukowski"
Il cantautore si confessa nel film documentario “Zucchero - Sugar Fornaciari” che uscirà a fine ottobre
Zucchero, il cantautore che ha portato il blues italiano nel mondo, si confessa nel film documentario “Zucchero - Sugar Fornaciari” che uscirà a fine ottobre. Un film che non è solo un tributo alla sua musica, alla sua storia e alla sua voglia di vivere, ma anche una testimonianza di come ha affrontato e superato la depressione, una malattia che lo ha portato sull’orlo del baratro. Zucchero ha venduto 60 milioni di dischi, ha suonato praticamente d’ovunque (Cuba, Oman, Stati Uniti, Maurituis, Tahiti, Armenia, Francia, Gran Bretagna…), ha collaborato con alcuni dei più grandi musicisti italiani e internazionali, Luciano Pavarotti, Sting (i due sono grandi amici e spesso si incontrano in Toscana dove Sting ha una tenuta con uliveti e vigneti), Brian May, Bono Vox, ed è stato l’unico italiano ad aver partecipato al festival di Woodstock nel 1994. Ma prima di arrivare a questi traguardi, ha dovuto fare una lunga gavetta e affrontare l’incomprensione del pubblico e della critica per il suo genere musicale: il blues.
"Nessuno credeva nella musica che facevo"
Nel 1982 e nel 1983 partecipa al Festival di Sanremo, ma non ottiene nessun riscontro. Nessuno “credeva nella musica che facevo, il blues”, ha dichiarato in un’intervista. Nel 1985 torna sul palco dell’Ariston con il suo secondo album e la canzone Donne. Anche questa volta la giuria lo boccia e lo fa arrivare penultimo, ma il pubblico lo premia e la canzone diventa un vero e proprio tormentone in radio. Da quel momento in poi, la sua carriera decolla e Zucchero diventa uno dei cantautori più apprezzati e richiesti in Italia e all’estero.
Ma il successo non basta a renderlo felice
Nel 1989 divorzia dalla sua prima moglie e madre delle sue figlie Irene e Alice, Angela Figliè. Questo gli crea grande sofferenza che sommata alle pressioni lavorative, le tournée lo porta alla depressione. “Mi sentivo annullato. Leggevo Bukowski perché era messo peggio di me. Mi facevano guardare i miei video e piangevo, non capivo dove avevo potuto trovare quell’energia, non mi interessava più niente”, ha raccontato al Corriere della Sera. La depressione dura quasi sei anni, tra alti e bassi, e a salvarlo ammette che è stata la natura, il tornare in campagna, alle origini (era cresciuto in una fattoria in Emilia Romagna). Ha comprato un ranch in Lunigiana, che ha chiamato Lunisiana soul: “Ho ricominciato piano piano a ricostruirmi. Tagliavo l’erba, piantavo alberi, andavo a cercare mobili dai rigattieri. Sono stato sempre meglio”, ha detto al settimanale Oggi.
Oggi Zucchero è un artista riconosciuto e stimato in tutto il mondo
Il suo ultimo album D.O.C., uscito nel 2019, ha riscosso un grande successo di critica e di pubblico. Il suo tour mondiale è stato interrotto dalla pandemia, ma lui non si è fermato e ha continuato a scrivere canzoni e a preparare il suo film documentario. Un film che vuole essere un omaggio alla sua musica, alla sua storia e alla sua voglia di vivere.