[L'intervista] Maroccolo e Capovilla: "Perché siamo diventati una società in blackout. E dobbiamo svegliarci"
Conversazione in video con i due musicisti, protagonisti della prima edizione de La Notte del bandito. Dentro il tempo strano, sospeso e minaccioso, che viviamo
"Mai mi sarei aspettato di trovarmi di fronte a una cappa di paranoia come quella che stiamo vivendo negli ultimi anni, nemmeno negli anni Sessanta e Settanta ho visto una cosa del genere". Parole di Gianni Maroccolo (Litfiba, Csi, Deproducers). "Viviamo tempi di frustrazione: le cose non cambiano e il cosiddetto progresso è cosa diversa da quel che pensavamo, e che ci avevano promesso". Analisi di Pierpaolo Capovilla (Il Teatro degli Orrori, One Dimensional Man, le letture recitate da Pasolini e Majakovskij). Perché sta diventando difficilissimo andare in piazza e anche solo avanzare dubbi sulla gestione della pandemia di Covid-19 o mostrare dissenso rispetto alla guerra in Ucraina? Dove sono gli artisti e a fare che? La coscienza civile? Di questo e altro parliamo con Maroccolo e Capovilla. Entrambi sono parte del festival Le notti del bandito (21-23 e 28-30 aprile, all'Auditorium Vivaldi di San Giuseppe di Cassola - Vicenza). Qui il programma completo dell'evento. La videointervista.