Umberto Tozzi, tra le note l'enigma: risolto il mistero della "donna che stira cantando"
La storia e gli aneddoti dietro i successi di Umberto Tozzi, da "Ti amo" a "Gloria", un viaggio emozionante nella carriera di un cantautore iconico

“Fammi abbracciare una donna che stira cantando…” In quanti, sentendo queste parole, si sono ritrovati in una cucina, magari con la nonna, la mamma, una zia, con una scena che ha il profumo di casa? Quanti amori sono nati e sono finiti sulle note struggenti di “Ti amo”? Umberto Tozzi, cantore di emozioni universali, si prepara a chiudere il sipario sulla sua carriera con il tour d’addio “L’Ultima Notte Rosa - The Final Tour”, un ultimo ballo per una storia che non è solo sua, ma un po' di tutti noi.
La donna che stira cantando, un'immagine e tante interpretazioni
La sua chitarra, quella Gibson che ha dato vita alle prime note di “Ti amo”, è stata testimone di un’epoca. Un giro armonico, racconta Tozzi al Corriere della Sera, che all’epoca sembrò quasi una rivoluzione. E come spesso accade con le vere gemme, la critica non tardò ad arrivare: quel verso sulla donna che stira fu additato come maschilista, una lettura distorta di un’immagine tenera, quella della madre che il piccolo Umberto abbracciava tornando a casa. "Mi hanno distrutto, ma in realtà era un'immagine legata a mia mamma" confida l'artista.
Gloria, un nome e un mistero. "Non è mai esistita"
E poi c’è Gloria, nata in un pomeriggio grigio su un pianoforte a muro in quel di Torino, in Via Frejus, dove il tempo sembrava fermarsi. "Non è mai esistita una vera Gloria", rivela Tozzi. Una parola che suonava bene, una melodia che ha fatto ballare generazioni intere. E proprio come una figura iconica, l'artista è diventato parte della nostra vita, un suono familiare nella colonna sonora delle nostre esistenze.
La malattia, la musica che diventa rifugio
Ma dietro la musica e il successo, c'è un uomo che ha affrontato sfide importanti, come la battaglia contro un tumore che ha cambiato la sua prospettiva sulla vita: "La salute è veramente tutto. Non avevo mai toccato prima di allora la non felicità del poter non esserci più", afferma con un velo di commozione. La musica, la sua fedele chitarra, sono stati anche il suo rifugio, il suo scudo contro i pericoli che si celavano nelle strade di Torino negli anni '70. "In quel periodo c’era chi si bucava e chi faceva rapine in banca. Io mi sono salvato grazie alla chitarra", racconta.
E ora la paura: di non salire più su un palco
Ora, questo artista dal cuore sensibile, si prepara a dire addio ai palcoscenici, con un misto di paura ed eccitazione: “Ho molta paura… sarà dura non salire più su un palco”. Ma per i suoi fan rimane un'eredità musicale che continuerà a far sognare. E se oggi il mondo della musica è cambiato, con suoni e ritmi nuovi, le canzoni di Umberto Tozzi restano un faro, un richiamo a un tempo che non è poi così lontano, quando una chitarra e un pianoforte erano capaci di farci innamorare. Perché, in fondo, in ogni nota di Tozzi c’è un pezzetto di ciascuno di noi.