Ultimo: "Non ho mai votato". E svela quale è il suo tallone d'Achille: "Pensavo sarei arrivato a 27 anni"
In una lunga intervista, il cantautore romano si racconta tra successi, dubbi e riflessioni profonde
Ultimo, al secolo Niccolò Moriconi, è uno pseudonimo che racchiude un'intera esistenza; non è solo un nome d'arte, ma un vero e proprio stile di vita per il cantautore romano. Una stella polare che lo ha guidato tra le difficoltà e lo ha condotto al successo, consacrandolo sulla vetta della musica italiana con concerti da tutto esaurito, persino allo Stadio Olimpico, una vetta che non tutti riescono a raggiungere. Recentemente, l'artista ha ricevuto un prestigioso riconoscimento dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che gli ha dedicato un parco a San Basilio, il suo quartiere d'origine. Un gesto che ha emozionato il cantautore: "Ne sono davvero orgoglioso", ha dichiarato al Corriere della Sera, "da anni la gente lo chiamava già il parchetto di Ultimo, lo trovavi anche su Google." Un attestato di stima e un legame profondo con la sua città natale, che ha sempre avuto un ruolo centrale nella sua vita e nella sua musica.
Un animo libero e senza etichette: tra dubbi e opinioni personali
Animato da una decisa personalità e da una sincera voglia di mettersi a nudo, nella lunga intervista al Corriere Ultimo non teme di esporsi con le sue riflessioni e i suoi dubbi, soprattutto non vuole nascondersi dietro etichette preconfezionate. "Essere di destra o di sinistra? Dipende", afferma con sicurezza. Non ha mai votato, ma questo non gli impedisce di avere opinioni chiare su temi di attualità. "Io non ho mai votato in vita mia. Non dico sia giusto. Non me ne vanto, non me ne vergogno. Certo non è colpa dei giovani". E ancora: "La politica è scarsa. Non parla ai ragazzi e non ci prova neppure. Non parla a me che ho 28 anni; figuriamoci a un diciottenne. Siamo stufi di questa spaccatura tra destra e sinistra. Immagini quale effetto avrebbe un politico che dicesse: io non scelgo né la destra né la sinistra. Scelgo l’alto".
Immigrazione, sicurezza e legalizzazione delle droghe
Anche sull'immigrazione, Ultimo ha le idee chiare: "Esiste da sempre e tutti siamo immigrati di qualcuno. Nascere a Roma invece che a Bamako, dove ho visto con i miei occhi la dura realtà con l'Unicef, non è talento, è culo. Chi nasce in zone di guerra e terrorismo ha diritto a vivere la propria vita altrove. Questo è di sinistra?". E sulla sicurezza: "Se sono in casa con la mia ragazza e la mia famiglia ed entra un criminale, io per difendere loro sparo. Questo è di destra?". Non manca di affrontare un tema delicato come la legalizzazione delle droghe leggere: "È di destra o di sinistra? Non capisco perché uno può scolarsi una bottiglia di whisky fino a morirne e un altro non può farsi una canna in pace".
Un rapporto sincero con le sue fragilità
Soprattutto, Ultimo non nasconde le sue fragilità e racconta apertamente il suo "problema" con l'ipocondria, una condizione con cui convive da tempo: "Tutto è iniziato quando, per preparare l'esame di ammissione alla seconda liceo, decisi di bere una caffettiera intera e mi venne la tachicardia. Adesso mi torna quando parlo perché mi accaloro. E poi il reflusso gastrico: per sette anni ho preso il gastroprotettore, ora ho dovuto smettere. Avevo scommesso con Mauro, il mio amico medico, che non avrei raggiunto i 27 anni. Ho perso".
I piaceri semplici e la critica ai social
Tra i suoi piaceri "semplici", Ultimo annovera lo stare con i suoi amici, bere un buon vino e guardare la serie tv "Shameless" con la sua fidanzata Jacqueline (figlia di Heather Parisi, ndr). La musica, ovviamente, occupa un posto centrale nella sua vita, ma non è un modo per scappare dal mondo, come sottolinea: "Non è scappare dal mondo".
Il monito sull'uso dei social: "Ti stuprano il cervello"
Parlando dei social, Ultimo lancia un monito contro l'uso eccessivo: "Troppi ragazzi passano dieci, dodici ore al giorno a scrollare video su TikTok. I social ti anestetizzano, ti stuprano il cervello". "Nei social siamo tutti dentro", ammette, "ma un conto è postare una foto, un altro passarci la giornata. Qualche volta ci casco pure io, figuriamoci un dodicenne. Guardi il video di uno che cucina, poi uno che cade dal terzo piano, poi la tua squadra del cuore, il tuo cantante preferito, uno che cade in bicicletta... Ti dà dipendenza. Ci stiamo addormentando, stiamo diventando amebe".