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Rapper e testi violenti al Festival? L'inziativa del Codacons è senza precedenti e Carlo Conti già nella bufera

Di nuovo sotto accusa i rapper con brani violenti. Gasparri: 'La Rai faccia verifiche'. Scoppia il caso sulla presenza di artisti controversi al Festival

di Tiscali Spettacoli   

La tensione sale intorno al Festival di Sanremo 2025 ancora prima del suo inizio. In un'iniziativa senza precedenti, il Codacons ha deciso di scrivere a tutti i cantanti in gara per visionare in anteprima i testi delle canzoni. Nel mirino dell'associazione, in particolare, la presenza di rapper già noti per brani contenenti messaggi sessisti e violenti. Una mossa che arriva in un momento particolarmente delicato per il Paese, alle prese con un'emergenza femminicidi che non accenna a placarsi.

La 75ª edizione del Festival, che segna il ritorno di Carlo Conti alla direzione artistica dopo anni di gestione Amadeus, si trova così già al centro di una tempesta mediatica che rischia di offuscare la kermesse ben prima del suo inizio. Il nodo della questione riguarda il delicato equilibrio tra la necessità di rappresentare le nuove tendenze musicali, particolarmente apprezzate dai giovani, e la responsabilità sociale di un evento trasmesso dal servizio pubblico.

L'offensiva del Codacons

Il Codacons ha lanciato una dura offensiva contro la presenza di alcuni rapper nel cast selezionato da Carlo Conti, accusando la Rai di privilegiare gli ascolti a scapito della responsabilità sociale. "Dopo il 'pasticcio' combinato da Carlo Conti e dalla Rai", si legge nella nota dell'associazione, "che proprio nel momento in cui in Italia si è avviata una lotta serrata a femminicidi, violenza di genere e bullismo hanno inserito nel cast di Sanremo artisti i cui brani sono stati caratterizzati da insulti alle donne e frasi violente."

Il timore espresso è che "la corsa sfrenata all'audience" abbia fatto passare in secondo piano i contenuti dei testi, una preoccupazione che si inserisce nel più ampio dibattito sulla responsabilità sociale dei media e degli artisti, particolarmente rilevante in un'epoca segnata da una crescente sensibilità verso tematiche come la violenza di genere.

L'intervento della politica

La polemica ha rapidamente travalicato i confini del mondo dello spettacolo, attirando l'attenzione della politica. Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, ha sollevato ulteriori perplessità durante un'intervista a Rai Radio1. Le sue preoccupazioni si sono concentrate non solo sui contenuti dei testi, ma anche su presunti legami tra alcuni rapper e "tifosi discutibili di Milano", suggerendo alla Rai di "controllare se questi sono un po' limitrofi ad ambienti sotto indagine."

Gasparri ha anche espresso rammarico per l'esclusione di artisti storici come Al Bano e Amedeo Minghi, in quello che appare come un contrasto generazionale nella selezione del cast. Particolare attenzione è stata rivolta a Fedez, sul quale il senatore ha commentato: "Non è un cantante secondo me, lui parla, è come me, racconta una roba. Jovanotti è un cantante ma ogni tanto fa anche rap".

L'appello ai rapper

Particolarmente duro l'appello rivolto a Emis Killa, Fedez, Tony Effe e Guè, ai quali il Codacons chiede esplicitamente di ritirare dalle piattaforme musicali i brani contenenti messaggi sessisti o che possano incentivare la violenza tra i giovani. Una richiesta che solleva interrogativi sulla libertà artistica e sulla responsabilità sociale degli artisti, specialmente quando si esibiscono su palcoscenici istituzionali come quello di Sanremo.

Il dibattito sociale

La controversia ha acceso un dibattito più ampio che va oltre il Festival stesso. Da un lato, c'è chi sostiene la necessità di rappresentare tutte le forme di espressione artistica contemporanea, incluso il rap, che rappresenta uno dei generi più popolari tra i giovani. Dall'altro, emergono preoccupazioni legittime sulla diffusione di messaggi potenzialmente dannosi attraverso la musica, specialmente in un contesto sociale già fragile.

Le prospettive future

Mentre si attende una risposta ufficiale dalla Rai e dal direttore artistico Carlo Conti, la polemica solleva questioni importanti sul futuro del Festival e sul suo ruolo. La sfida sarà trovare un equilibrio tra innovazione e responsabilità sociale, tra la necessità di parlare ai giovani e quella di promuovere messaggi positivi attraverso la musica.

di Tiscali Spettacoli   
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