Che Festival di Sanremo sarà? Da Napoli come sede a De Filippi al comando. Le ipotesi fantascientifiche e non
La sentenza del TAR apre scenari inediti per il Festival di Sanremo. Rai, Mediaset, Discovery: chi si aggiudicherà l'organizzazione? Ipotesi, scenari e possibili svolte per il futuro della kermesse.
"Il futuro è incerto, ma il cambiamento è l'unica costante". La sentenza del TAR della Liguria che apre a una gara pubblica per l'assegnazione del Festival di Sanremo a partire dal 2026 ha scosso il mondo dello spettacolo, generando una serie di ipotesi e scenari, alcuni più realistici, altri decisamente più fantasiosi. Cosa succederà al Festival più famoso d'Italia? Le possibilità sono molteplici e tutte, a loro modo, intriganti.
L'ipotesi più clamorosa? Un Festival itinerante
La Rai, pur annunciando ricorso al Consiglio di Stato e la propria intenzione di partecipare alla gara ("Siamo pronti a fare ricorso al Consiglio di Stato e, se necessario, parteciperemo al bando pubblico", ha dichiarato un dirigente Rai anonimo), sta già elaborando un piano B. L'ipotesi più clamorosa? Un Festival itinerante. "Con il nostro format potremmo portare il Festival nelle migliori strutture italiane, facendoci pagare dagli enti locali interessati invece di dover sostenere costi ingenti per strutture spesso inadeguate", spiegano i vertici Rai, prendendo a esempio il successo dell'Eurovision Song Contest a Torino. Tra le città papabili perché non ipotizzare Napoli, forte della sua tradizione musicale, e Torino, simbolo di innovazione e giovani talenti.
Bocciata l'idea vagliata inizialmente
Un'altra possibilità, inizialmente vagliata ma poi scartata dal TAR, era quella di dichiarare il Festival "patrimonio culturale", garantendo così l'organizzazione esclusiva alla Rai. Tuttavia, il TAR ha ritenuto che il Comune di Sanremo non possiede i requisiti necessari per tale riconoscimento.
E se la Rai perdesse? C'è chi sogna il duetto De Filippi-De Martino
Ma chi potrebbe aggiudicarsi il Festival nel caso la Rai non riuscisse a mantenere la sua posizione? Le voci si sprecano. Iva Zanicchi, tre volte vincitrice del Festival ("Il Festival e la Rai è un binomio che è sempre stato vincente e mi auguro resista ma non è detto che qualcun altro non possa organizzarlo bene lo stesso…"), ha ipotizzato un'organizzazione alternativa ("Magari Mediaset con De Martino alla conduzione e dietro l’esperienza e la forza di una garanzia assoluta come Maria De Filippi nelle vesti di direttrice artistica. Quello sì che sarebbe il non plus ultra"). Un'altra ipotesi, forse più realistica, vede il gruppo Discovery come possibile acquirente del brand, con il ritorno di Amadeus alla conduzione, ma questa volta su Nove (leggi qui).
Verso una svolta epocale
La sentenza del TAR ha decisamente aperto le porte a scenari imprevedibili, ma una cosa è certa: il Festival, nella sua storia ultrasettantennale, ha sempre saputo reinventarsi, adattandosi ai cambiamenti e mantenendo la sua posizione di evento di punta nel panorama musicale italiano. Il 2026 potrebbe segnare una svolta epocale, ma alla fine the show must go on.