Rosa Chemical: “Non sono come Achille Lauro”. Sul sesso: “Se mi eccito va bene qualsiasi rapporto”
Il giovane cantautore è pronto a sconvolgere Sanremo con il brano Made in Italy che parla senza freni di sesso libero. I suoi miti? “Mina e Marilyn Manson”
Rosa Chemical è uno dei cantanti che scompaginerà le carte del prossimo Festival di Sanremo (dal 7 febbraio su Rai 1) con il brano Made in Italy. Senza filtri parla di sesso libero, fluidità, poliamore e di famiglia ben lontana da quella intesa dai nostri nonni e padri. “Non voglio accusare nessuno, voglio solo dire la mia, anche se so di non avere la verità in tasca”, ci racconta il cantante che per la prima volta approda in gara all’Ariston. “Il mio è solo un punto di vista differente. Penso che non ci sia distinzione tra etero, bisessualità, omosessualità o transessualità. C’è chi la penserà come me e chi no. Sono pronto al dibattito”. Anche sulla famiglia ha un’idea ben diversa da quella canonica: “Siamo abituati sentirci dire che la famiglia è formata da un uomo e una donna, non penso sia del tutto vero”, spiega Manuel, il suo nome all’anagrafe, “sono cresciuto con mia madre, se avessi avuto due mamme magari sarebbe andata meglio”.
Rosa Chemical né gay, né etero, né fluido
L’Ariston e il pubblico da casa sarà pronto a Rosa Chemical? “Pronto o no ci deve essere qualcuno che parla di sessualità in modo diretto”, afferma colui che rigetta la monogamia, che non si sente né gay, né trans, né etero, né fluido. “Non mi piacciono le etichette, se una cosa mi eccita e c’è consensualità va bene. Non riuscirei a vivere una relazione monogama, sono promiscuo, non mi basta una persona sola, è una questione fisica”. Rosa Chemical ha una ragazza sulla stessa linea d’onda: “Ci rispettiamo. Il tradimento non è sessuale, il vero tradimento è tradire la fiducia e dirsi bugie”.
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Rosa Chemical a Sanremo: svelata per la prima volta la copertina del singolo
Rosa Chemical sconvolgerà l’Ariston anche con il suo look
Il brano Made in Italy è musicalmente leggero, ma il testo affronta tutte queste tematiche tabù. “Non sono stato troppo spinto, ma mi riconosco nella forma e nel pensiero della canzone”, sottolinea Manuel, “diciamo che mi sono messo abbastanza a nudo”. Sul palco Rosa Chemical sconvolgerà anche con il look? Sarà una sorpresa. “Di solito faccio sempre quello che il pubblico non si aspetta”, commenta, “però non credo che mi vedrete vestito di piume”. Intanto sono state svelate le due copertine del suo singolo Made in Italy, non poteva mancare la versione più spinta disponibile solo sulla piattaforma OnlyFans.
Non chiamatelo il nuovo Achille Lauro. La più grande paura di Rosa Chemical
Siamo di fronte a un nuovo Achille Lauro? Guai a paragonarlo al cantautore di Rolls Royce. “È facile il paragone solo perché spesso affrontiamo nelle canzoni temi simili, in realtà abbiamo background molto diversi. Io sono molto più spinto ed esplicito”. In attesa di vederlo sul palco Rosa Chemical sta prendendo lezioni di canto e sta frequentando uno psicologo. “A Sanremo, oltre alla ragazza mi porterò lo strizzacervelli”, dice, “è molto più importante per me che soffro di attacchi di panico. La mia più grande paura è che mi venga un attacco prima di cantare, mi è già capitato”, confessa.
I Maneskin? “Sono belli”
Sui colleghi che Rosa Chemical affronterà in gara non ha nulla da dire: “Quest’anno il parterre è veramente figo, sono super curioso di ascoltare il pezzo di Lazza perché me ne parlano tutti benissimo, sono sicuro che Tananai si prenderà la sua rivincita (dopo l’ultimo posto durante il Sanremo del 2022 ndr), e sono curioso del brano di Paola e Chiara”. I suoi miti però sono altri e diversi: “Marilyn Manson, Justin Bieber, Mina, Tokyo Hotel, Cesare Cremonini, gli Oasis e Tiziano Ferro”. Invece sui Maneskin che cosa pensa? “Sono belli…”.