Renato Zero torna sul palco. "La cosa più elegante che farò per l'addio". Poi la stoccata a Baglioni
L'irrefrenabile "Sorcio" della musica italiana, è tornato sul palco con un nuovo tour, "Autoritratto", a distanza di pochi mesi dalla pubblicazione dell'omonimo album.
Un fiume di energia e passione travolge il Nelson Mandela Forum di Firenze, dove Renato Zero ha dato il via al suo tour "Autoritratto". Un ritorno trionfale per l'artista romano, che a 73 anni suonati dimostra ancora una volta di essere l'eterno re del palco.Sei date nella città toscana (si replica stasera e il 5, 6, 9 e 10 marzo) per poi spostarsi nella sua Roma al Palazzetto dello Sport per otto date (13, 14, 16, 17, 29, 21, 23 e 24 marzo). Due eventi speciali estivi completeranno il tour: il 14 giugno all'Arena della Vittoria di Bari e il 21 giugno in Piazza del Plebiscito a Roma.
Non si arrende all'età
"A 73 anni suonati mi permetto ancora qualche passetto di danza, mi permetto ancora di farmi mancare il fiato", ha dichiarato il cantautore romano. "Questo spettacolo è forse più minimale degli altri, ma non lo è perché vi offrirò meno, ma perché ragionevolmente la sintesi fa parte del processo di maturazione di un uomo e di un artista. La confidenza con il pubblico è palpabile: si scherza, si canta, si balla in un'unica, grande festa.
Sguardo lucido e pungente sulla realtà
Lo spettacolo è un viaggio introspettivo attraverso la carriera e l'anima di Renato Zero. Un ritratto sociale realistico e veritiero che non lascia scampo: "Stiamo perdendo di vista la comunicazione, l'abbraccio, la fiducia," denuncia l'artista. "I giovani di oggi vogliono essere colti, vogliono impossessarsi della cultura, ma qualcuno non ci vuole colti.E poi c'è la musica, la vera forza di Renato Zero. Un inno alla libertà, alla speranza, alla rivoluzione. "Nella musica, nelle mie esternazioni, sono stato in piazza tante di quelle volte," ha detto. "Con la mia rivoluzione, con tanti brani di libertà. La musica è la mia rivoluzione".
"Mi sono dovuto difendere, di me è stata fatta carne da macello"
E poi rivendica, Renato Zero l'impegno che ha sempre portato nella sua musica, anche quando intorno non c'erano che sguardi di disapprovazione e dita puntate. "Mi sono dovuto difendere dai vaffanculo, da espressioni gergali pesanti. Di me è stata fatta carne da macello. Come quando a 22 anni scrivevo di pedofilia e venivo apostrofato come cacciatore di fantasmi o quando intorno a me girava gente che con la discografia aveva poco a che fare", ricorda Zero che ha sempre voluto rendere conto solo a una cosa: "il pubblico, Puoi fare questo mestiere, se ami la gente, altrimenti no perché presto si renderanno conto del bluff. Se io sono ancora qui, se faccio ancora sold-out, se mi permetto di fare tre ore di show anche sotto la pioggia come successo al Circo Massimo, è perché il pubblico riconosce la mia verità. Questo significa essere un artista".
Sul ritiro di Sangiovanni
Sulla scia del ritiro di Sangiovanni per curare la salute mentale, Renato Zero commenta: "È un gesto di grande talento. Ha avuto il coraggio di togliersi dal banchetto e prendersi i suoi tempi. Fa onore all'artista e alla persona".
"Come sarà il mio addio alla scena". La stoccata per Baglioni
Infine, una stoccata a Baglioni e al suo ritiro dalle scene annunciato con largo anticipo: "La cosa più elegante sarebbe scendere dal palco in una data ipotetica, salutare il macchinista e l'elettricista, e dire 'ciao, è stato bello,'se semo divertiti;e;Renatino non c'è;più”. Pensa allo stupore della gente. Questa favola qui deve avere un finale leggero."