Tiscali.it
SEGUICI

Quando il potere chiama, anche i Village People ballano. Ora però c'è un conto da pagare

La storia della "resa" dei Village People a Trump rivela come il potere possa trasformare anche i più strenui oppositori in devoti sostenitori

Maria Elena Pistuddidi M.E.P.   

Con un'incredibile giravolta che rispecchia perfettamente le dinamiche della politica americana, i Village People hanno compiuto un'evoluzione sorprendente nei confronti di Donald Trump, passando dal rifiuto all'accettazione fino all'aperto sostegno.

Il vento cambia, le posizioni pure

La storia inizia nell'ottobre 2020, quando Trump, appena guarito dal COVID, balla "Y.M.C.A." durante un comizio in Florida. In quel momento, la posizione del gruppo era ambivalente: prima affermavano che la loro musica fosse "onnicomprensiva", poi chiedevano di tenerla "fuori dalla politica". Victor Willis, membro storico della band, aveva addirittura preso le distanze da Trump dopo le sue minacce di usare la forza militare durante le proteste per George Floyd. Ma il vento è cambiato. In un sorprendente voltafaccia, il gruppo ha partecipato alla seconda cerimonia di insediamento di Trump. La giustificazione? "La musica va eseguita senza tener conto della politica" e il desiderio di "unire il paese" dopo una campagna elettorale divisiva.

Questa metamorfosi non è isolata nel panorama politico americano. Come altri ex critici di Trump, i Village People sembrano aver ceduto al richiamo del potere. Willis stesso ha ammorbidito la sua posizione, citando il contributo di Trump nel rendere "Y.M.C.A." un fenomeno ancora più globale.

La grande incoerenza, che potrebbe costar cara all'immagine

I Village People, icona pop degli anni '70, hanno rivoluzionato la musica disco mixando provocazione e cultura gay. Con costumi da macho stereotipati - dal poliziotto al cowboy - hanno trasformato l'omosessualità da tabù a fenomeno di massa, sdoganando l'immaginario queer attraverso hit come "Y.M.C.A." e "Macho Man" che ancora oggi fanno ballare intere generazioni.

L'incoerenza certamente non sfugge: ballano per Trump - lo stesso che dichiara l'esistenza di soli due generi - mostrando il paradosso di un gruppo nato per sfidare i confini dell'identità di genere che ora si inchina al potere politico che ne nega la stessa essenza. Un voltafaccia che racconta tanto: è il ritmo del potere spesso a dettare i passi di danza.

Maria Elena Pistuddidi M.E.P.   
Speciale Sanremo 2024
I più recenti
Alex Benedetti, aveva 53 anni (foto dal sito di Virgin Radio)
Alex Benedetti, aveva 53 anni (foto dal sito di Virgin Radio)
Alex Benedetti (dal suo profilo Facebook)
Alex Benedetti (dal suo profilo Facebook)
Il talent show ante litteram: quando il Karaoke di Fiorello creava le star di oggi. L'avete...
Il talent show ante litteram: quando il Karaoke di Fiorello creava le star di oggi. L'avete...
Le Rubriche

Andrea Giordano

Docente universitario, dopo 8 anni allo Ied Como, oggi insegna Cinematografia...

Emanuele Bigi

È cresciuto con la passione per il cinema che non lo ha mai mollato. È autore...

Cinzia Marongiu

Direttrice responsabile di Milleunadonna e di Tiscali Spettacoli, Cultura...

Maria Elena Pistuddi

Nata a Roma nel 1970, si è laureata in Scienze Politiche nel 1994. Dopo...

Laura Rio

Giornalista professionista, si occupa di spettacoli e televisione. Per anni...

Camilla Soru

Cagliaritana, studi classici, giornalista pubblicista, ha intrapreso la carriera...

Cristiano Sanna Martini

In passato ha scritto per L’Unione Sarda, Il Sole 24 Ore, Cineforum, Rockstar...