Nel piccolo villaggio di Marisa Monte succedono miracoli. E' una regina gentile
Un lento montare di emozioni fino al finale a tutta percussione, lo show della cantautrice brasiliana al Massimo di Cagliari. Finale col pubblico in piedi

Vestita come una regina, come se provenisse da un carnevale carioca ma con una sofisticatezza che la rende "a parte". Al centro di uno show fatto di proiezioni, immagini, suoni dentro il quale la voce e la presenza scenica di Marisa Monte galleggia come una medusa di quelle che ti lasciano a bocca aperta. Era molto atteso il concerto della cantautrice brasiliana al Teatro Massimo di Cagliari, organizzato da Jazz In Sardegna. E non ha deluso, dimostrando come i figli del Tropicalismo come lei, Moreno Veloso (dice qualcosa il cognome) o Thiago Nassif sono fra i migliori rappresentanti di una musica ancora viva e vitale. Perché sono vivi i Paesi da cui questi Paesi provengono, e parliamo di economie di riferimento e di nuovi fermenti che controbilanciano una crescita talvolta disordinata. Vuoi capire i mercati del mondo? Guarda al Brasile, ad Hong Kong, alla Cina, alla Corea.
Quando non c'è bisogno di alzare la voce
Marisa Monte è anche la dimostrazione senza ombra di dubbio che se hai fascino, portamento e qualità artistica non è necessario alzare la voce e pompare i volumi. La sua vocalità resta carezzevole anche quando acquista tinte quasi blues nei brani più tirati, l'ensemble che l'accompagna non ha solo gli strumenti canonici da band, quindi batteria, basso, chitarra e tastiere, ma aggiunge i colori delle percussioni e un ottimo trio di fiati che passano dal sax al flauto, dal trombone al flicorno, aggiungendo sfumature sonore ad ogni brano. Dentro un vestito tanto ricco c'è il racconto di una carriera, quella della Monte che ci porta dentro il suo piccolo villaggio delle meraviglie, quel Villarejo che le ha dato fama mondiale, da solista oltre che come parte dei Tribalistas. Dall'omaggio all'isola con Vento sardo a Velha Infancia fino ai brani del nuovo album Portas, il suo show è un lento salire di temperatura. Fino al finale a tutta percussione col teatro a ballare, in piedi.