L'amore maledetto tra Demetrio e Francesca: un segreto "nero" con un finale da brividi

Il cantante degli Area e la rivoluzionaria e ribelle critica e curatrice d'arte, ricordata di recente al MAXXI di Roma si innamorarono follemente. Fino alla fine

Demetrio Stratos e Francesca Alinovi
Demetrio Stratos e Francesca Alinovi

Tornare a parlare di Francesca Alinovi, come fa nel simposio critico sulla sua attività il MAXXI di Roma, significa non solo riscoprire una delle più grandi e innovative protagoniste dell'arte e della cultura italiane degli ultimi 50 anni e allieva di Renato Barilli. Ma vuol dire affrontare un viaggio affascinante, oscuro e doloroso che conduce fino a un amore celebre e di cui pochissimi sanno. Quello della curatrice culturale con un'altra icona, un genio della musica e del canto scomparso prematuramente, qual è Demetrio Stratos. Come prematuramente scomparve la Alinovi in quello che ancora oggi è noto come "il delitto del Dams". Ancora ammantato di mistero. 

Francesca Alinovi

Solo gli eccezionali, da amare fino all'estremo

A tornare di recente sull'amore tra la voce degli Area e la Alinovi è stato Marcello Jori, pittore e illustratore con incursioni nel fumetto d'autore. Come lei folgorato dalla voglia di fare a pezzi gli steccati fra arte di serie a e quella dei pariah. Sei uno che fa fumetti e grafica? Giù all'inferno. Dipingi e scolpisci? Su verso il paradiso. L'Italia degli anni Settanta era ancora così, la massima rivoluzione, e non da poco, era stata la Transavanguardia scoperta e valorizzata da Achille Bonito Oliva. Jori fu tra i coinvolti in una serie di eventi organizzati da Francesca Alinovi che metteva il genio di Andrea Pazienza sullo stesso piano dei pittori più quotati, tenendo conto delle sottoculture giovanili che agitavano gli Usa, l'Europa e quella Bologna che era la fucina a cielo aperto delle novità italiane. Incluso il Dams fondato da Umberto Eco, che non a caso molti in modo sprezzante chiamavano "l'Università dei drogati". Look particolarissimo, fascino da ancella appena uscita da un catalogo di moda anni Ottanta o da un video di Croneberg, la Alinovi amava le eccezioni e gli eccezionali. Non poteva dunque che innamorarsi del re di tutti loro: Stratos.

La morte di Demetrio

Fu durante La settimana della Performance, aperta a Bologna al contributo di artisti provenienti da tutto il mondo (fra cui Marina Abramovich) che Francesca Alinovi conobbe Demetrio Stratos e si innamorò perdutamente di lui. Così ha raccontato Marcello Jori ad un altro grande disegnatore italiano, Massimo Giacon. Era il periodo in cui il cantante dagli occhi profondi, il fisico monumentale e la voce incredibile si era allontanato dagli Area per esplorare le possibilità anche più sperimentali della vocalità. I due parlavano di andare a vivere insieme, come ha raccontato Marcello Jori, quando Stratos si ammalò e fu ricoverato. Aveva una grave infiammazione all'apparato fonatorio, non si è mai capito bene se dovuta al modo in cui lo forzava per ottenere quei suoni che generarono un disco stupefacente come Cantare la voce. Di lì a poco arrivò la notizia della sua morte. La diagnosi: anemia aplasica. Il midollo del cantante nato in Egitto non produceva abbastanza globuli rossi, con un quadro clinico per certi simile alla leucemia. Si disse che le cure somministrategli avessero scatenato la malattia. Impossibile avere certezze, dato che le cause certe dell'anemia aplasica sono ancora sconosciute e in parte inesplorate.

Demetrio Stratos

L'assassinio di Francesca

La morte di Demetrio Stratos nel 1979 scosse il mondo della cultura e segnò Francesca Alinovi. Inconsolabile per molto tempo. Poi aperta a nuovi amori, incurante di rischi o aspetti inquietanti. L'ultimo di questi fu quello per il giovane pittore abruzzese Francesco Ciancabilla, poi condannato per l'omicidio di lei. La Alinovi fu trovata senza vita nel suo appartamento bolognese di Via del Riccio 7 a Bologna il 12 giugno 1983. Aveva 35 anni e ciò che gli inquirenti trovarono sul suo corpo 35 coltellate inferte in modo metodico, affondando solo la punta di un coltellino, fece pensare a una sorta di rituale con pentimento finale. Un solo colpo letale, alla gola. Ciancabilla fu condannato a 9 anni, tutti scontati, si è sempre proclamato innocente e si è visto rifiutare tutte le richieste di revisione del processo. ll "caso Alinovi" resta ammantato di mistero e di inquietudine, inclusa l'ipotesi che al Dams ci fosse un serial killer. Prima di lei furono infatti uccisi l'assistente universitario Angelo Fabbri (1982) e le studentesse Liviana Rossi e Leonarda Polvani, anche loro nel 1983 come la professoressa Alinovi. Oggi la ex casa di Francesca, quella del delitto, è diventata un centro d'arte.