30 anni senza Kurt Cobain: storia di un pigiama che consacrò l'amore tossico con Courtney Love
Riccorre oggi l'anniversario della morte del leader dei Nirvana, che si tolse la vita con un colpo di fucile nella sua casa di Seattle
5 aprile 1994: un giorno che ha segnato per sempre la storia del rock. A soli 27 anni, Kurt Cobain, leader dei Nirvana, si toglie la vita con un colpo di fucile nella sua casa di Seattle (le foto). Accanto al corpo, una lettera d'addio che cita una canzone di Neil Young: "È meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente". Una frase che riassume la sua esistenza tormentata, la sua ascesa al successo e la tragica caduta. E anche il modo di vivere le relazioni d'amore.
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Un amore tossico e maledetto
Partiamo proprio da qui. La sua relazione con Courtney Love, cantante delle Hole, è stata un vortice di passione, dolore e dipendenza. Secondo diverse fonti, fu lei ad introdurlo all'eroina, aggravando una situazione già complessa. Oltre al peso della gloria, Cobain portava con sé ferite profonde che affondavano le radici nella sua infanzia. Nato da un matrimonio disastrato e cresciuto in una famiglia disfunzionale, il suo sogno era quello di creare la famiglia che lui stesso non aveva mai avuto.
Alla fine del 1991, dopo solo quattro mesi di frequentazione con Courtney, lei rimase incinta. In un'intervista del 1992, la Love ammise di aver fatto uso di eroina durante la gravidanza, ignara del suo stato. Solo dopo aver scoperto di aspettare una bambina, decise di smettere.bL'immagine dell'ecografia della piccola Frances Bean venne addirittura usata per l'artwork del singolo "Lithium" dei Nirvana. La nascita della loro bambina rappresentava per Kurt e Courtney la possibilità di un nuovo inizio, un futuro insieme da costruire.
Il matrimonio sulla spiaggia di Waikiki
Il 24 febbraio 1992, i due decisero di sposarsi in una cerimonia intima sulla spiaggia di Waikiki, alle Hawaii. La sposa indossava un abito di pizzo bianco e raso appartenuto all'attrice Frances Farmer, mentre lui, in segno di disincanto verso la fama, optò per un semplice pigiama di flanella verde. A testimoniare il loro amore, solo otto invitati, tra cui Dave Grohl, all'epoca batterista dei Nirvana e ora frontman dei Foo Fighters.
Dalla fama all'alienazione
Purtroppo, il successo planetario dei Nirvana non portò a Kurt la felicità che sperava. Anzi, lo schiacciò sotto un peso di solitudine e angoscia che lo spinse verso l'autodistruzione. La sua sensibilità artistica era in contrasto con la fama e il clamore mediatico, che considerava una gabbia soffocante.
Un talento bruciato troppo presto
La sua morte ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo della musica. A 30 anni di distanza, il suo mito rimane vivo, alimentato dalle sue canzoni immortali e dalla sua figura iconica di poeta maledetto. La sua storia, come quella di Sid Vicious e Nancy Spungen, rappresenta una tragica parabola di amore, talento e autodistruzione che continua ad affascinare e commuovere generazioni di fan.
L'eredità di Kurt Cobain
La musica di Kurt Cobain ha rivoluzionato il panorama rock degli anni '90, dando voce a una generazione disillusa e arrabbiata. Il suo grunge ha aperto la strada a nuove sonorità e ha influenzato innumerevoli band. La sua poesia intrisa di dolore e speranza continua a risuonare nei cuori di chi lo ascolta, rendendolo immortale. Le sue canzoni, come Smells Like Teen Spirit, Heart-Shaped Box e Lithium, sono diventate inni generazionali che continuano ad emozionare e ispirare. La sua voce graffiante e i suoi testi poetici sono un testamento del suo genio musicale e della sua anima tormentata.
Un simbolo immortale
Ecco perché Kurt Cobain non è stato solo un musicista di talento, ma anche un'icona culturale che ha rappresentato il disagio e la rabbia di una generazione. A 30 anni dalla sua scomparsa, il suo fascino e la sua musica continuano ad affascinare il mondo, rendendolo una leggenda immortale del rock.