[Il ricordo] Gli occhi di Kurt quella sera a Roma, poco prima di farla finita
Il cantante dei Nirvana se ne andava improvvisamente 25 anni fa. Entrando nel mito. Ma niente è finito. Anzi, pose e look anni Novanta stanno tornando
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La foto che i lettore può vedere in questo articolo è un fotogramma. Viene da un video del live al Tunnel di Roma. Era il febbraio 1994. Gli occhi di Kurt. Gli occhi. I tre Nirvana erano in tour in Italia, attesissimi. Sting e altri annoiati arricchiti, che proclamavano a tutta intervista che il rock era morto, e i tanti giornalisti che gli avevano dato retta, fecero un frontale contro il grunge. All'epoca il Roxy Bar di Red Ronnie era IL programma musicale, andava su Videomusic e star, musicisti aspiranti star (fra cui i giovanissimi Radiohead) e talenti italiani di belle speranze facevano a gara per comparire su quel palco e davanti a quelle telecamere. Chi scrive era in studio durante la puntata in cui si materializzò telefonicamente Jovanotti a dare la notizia: "Pronto Red, sono Lorenzo. E' successa una cosa grave. Hanno ricoverato in ospedale Kurt Cobain".
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Kurt Cobain
Prove di un'uscita di scena
Cobain era andato in overdose da Roipnol durante il minitour italiano dei Nirvana. Appena due mesi dopo lo avrebbero trovato senza vita a casa sua, dopo essersi sparato una fucilata alla bocca, nel sangue parecchia eroina e Valium. Una fascinazione sinistra, questa di Cobain per le armi da fuoco. Era già comparso in foto con la band tenendole in mano e puntandosele alla bocca. Un gioco che andava a mimare quello che gli stava bollendo nell'anima. A 25 anni dalla morte dell'icona della grunge generation, ultimo in ordine di tempo ad unire milioni di dischi venduti, successo mondiale e fragilità da antidivo che cantava soprattutto l'inadeguatezza di una generazione, molto si è detto e spesso a sproposito di Kurt Cobain. E' uscito il film documentario Montage Of Heck (da noi raccontato qui) a finire di svelare da dove nascesse l'angoscia esistenziale che se lo divorò in un bang, lui, i suoi capelli biondi disordinati e la sua faccia da angelo dolente con gli occhi azzurri incrinati. Muore giovane chi è caro agli dei, dice il detto. Te ne vai, spegni la tua depressione, ti stampi per sempre nell'immaginario di un mondo che ti ha idolatrato e divorato. Ma qualcos'altro resta, e anzi, sta tornando.
Preparate i guardaroba e aggiornate le pose
A 25 anni dalla morte di Kurt Cobain sound, look e pose degli anni Novanta stanno tornando. L'ultimo momento di presa di coscienza dei disastri del decennio precedente, della sbornia a tutta finanza e del "non me lo posso permettere ma adoro esibirlo", prima del buco nero dei Duemila, con la grande crisi e quant'altro ci è arrivato addosso. Il revival degli 80 si è quasi esaurito, la parentesi tamarra della trap che non vuole avere niente da dire e si limita a strozzarsi con i suoi eccessi tossici e le pose da pusher che poi va a mangiarsi la lasagna a casa di mamma, è già discendente. Ora tocca ai 90 essere trasformati in posa per selfie e spot. Prepariamoci. Prendete i camicioni di flanella, aprite le riviste, cliccate sugli spot, indossate l'elmetto. Serve the servants - oh no.