Tony Hadley: "Oggi sono un solista felice. Spandau Ballet contro Duran Duran? Vi racconto com'era fra noi"
L'ex voce degli "Spands" è in tour con la Fabolous TH Band. Il 5 settembre live a Cagliari. Qui parla del suo presente e apre lo scrigno dei ricordi
Un'anima divisa in due, quella di Tony Hadley. Da una parte il suo amore per il jazz, dall'altra il cuore pulsante rock, nel mezzo a unire il tutto i grandi brani pop che ne hanno fatto una star. Gli anni Ottanta sono stati i suoi anni, allora esistevano due tribù: i fan degli Spandau Ballet, di cui Tony era la voce, e il popolo dei "rivali" Duran Duran. Quelle voci, quei brani, quel look nutrivano l'immaginario di una generazione di adolescenti e giovani adulti. Un successo enorme, poi la fine della storia. Ed oggi l'ex frontman degli Spands è un apprezzato solista che il il 5 settembre fa tappa con il suo tour all'Arena in Fiera di Cagliari per la rassegna La Musica che Gira Intorno feat. Che gusto Je...zz, organizzata nell’ambito di Cagliari dal Vivo 2024 in collaborazione con La via del collegio/Impressioni e Metaversi SoNoRi. Ne abbiamo parlato con Tony Hadley alla vigilia del concerto.
Una grande passione per lo swing e un certo feeling jazz. Si sente in certe sfumature della tua voce: eri un "jazz kid" da giovane?
"Da ragazzo, sono stato fortemente influenzato dai classici dello swing e del jazz. I miei genitori ascoltavano molto Frank Sinatra, Tony Bennett e Nina Simone e queste voci mi hanno colpito profondamente. Sebbene non fossi un 'jazz kid' nel senso stretto del termine, il jazz ha sicuramente giocato un ruolo importante nella mia formazione musicale e ha influenzato il modo in cui interpreto la musica ancora oggi. Crescendo, la mia formazione e attitudine è stata sicuramente più rock, questo emerge chiaramente dal tour che mi impegna ora".
Un concerto più orientato verso il rock, stavolta. Potresti dirci quali sono le tue fonti di ispirazione, gli artisti che consideri in vario modo come tuoi maestri?
"Nel corso degli anni sono stato ispirato da molti artisti. David Bowie è stato uno che ho amato, soprattutto per la sua capacità di reinventarsi costantemente. Anche i Queen, con la loro straordinaria energia e innovazione, hanno avuto un grande impatto su di me. Ascoltavo Roxy Music, Rod Stewart ed Elton John. Ho amato tutto questo anche se ero ancora un bambino, volevo la musica 'alta', volevo quello che poi avrei avuto con l'esplosione del punk. La mia vita, senza quello che è stato l’incontro con la musica, sarebbe qualcosa che non riesco a vedere. Amo ancora la musica, me la godo ancora completamente, in studio e dal vivo. Il rock è una parte fondamentale della mia essenza musicale, e cerco sempre di infondere questa energia nelle mie performance".
E' stato difficile trovare il tuo percorso come solista dopo la fine degli Spandau Ballet? Oppure è stato un ricominciare in modo spontaneo?
"Trovare la mia strada come artista solista è stato un processo naturale, con o senza la band sono sempre io con la mia voce, è questa la mia essenza. Nella mia carriera solista mi sono divertito molto a sperimentare, a giocare con la mia voce, vedi il disco swing per esempio. Con gli Spandau è stata una bellissima storia e non sarei qui senza quella. Oggi mi ritengo molto felice".
Che ricordi della scena New Romantic degli anni Ottanta?
"Gli anni '80 sono stati un periodo incredibile, un'epoca di innovazione e sperimentazione sia nella musica che nella moda. Il movimento new romantic era pieno di creatività, e c'era un vero senso di comunità tra gli artisti. Ricordo con affetto i giorni al Blitz Club di Londra, dove ci incontravamo tutti per scambiarci idee e ispirazioni. Le canzoni degli anni '80 hanno un fascino intramontabile grazie alla loro bellezza e agli artisti unici che le interpretavano. È stato un periodo di grandi cambiamenti culturali e sono grato di averne fatto parte. Oggi mi godo il presente e guardo con entusiasmo al futuro, ma gli anni '80 avranno sempre un posto speciale nei miei ricordi".
Avete mai sentito, voi degli "Spands", la rivalità con i Duran Duran?
"Quella è stata più una creazione dei media e dei fan che qualcosa di reale tra di noi, c'era rispetto reciproco tra le nostre band. Sono un grande fan dei Duran Duran e sono ancora molto amico di Simon Le Bon, ci piace andare in giro per pub. Save A Prayer è una delle mie canzoni preferite, una volta ne ho fatto una cover in cui Simon ha cantato i cori, è stato bellissimo per me".
Quel periodo ti ha lasciato qualcosa di buono o trovi che abbia tolto qualcosa alla tua vita?
"Guarda, gli anni '80 mi hanno dato tantissimo, sia a livello personale che professionale. È stato un decennio che mi ha permesso di vivere esperienze straordinarie come il Live Aid e conoscere personaggi grandiosi come Freddie Mercury. Senza quel passato non sarei qui oggi a festeggiare 40 anni di carriera, circondato ancora dallo stesso affetto da parte dei fan. Sono grato anche al mio passato".
Nuovi obiettivi e progetti dopo la fine di questo tour?
"A dicembre sarò special guest di un tour UK con i mitici Culture Club. E l’anno prossimo… non dico di più ma ci sono grandi sorprese in arrivo".
Le tue tre canzoni preferite fra quelle che hai scritto?
"Sono particolarmente legato a Alibi, Mad About You e Because of You. Ognuna di queste canzoni rappresenta un aspetto diverso del mio percorso musicale e della mia crescita come artista".
Per concludere, puoi dirci qualcosa del Tony privato? Le cose che ami fare quando non fai concerti o registri in studio?
"Amo molto il cibo, i vini e viaggiare. Per questo sono molto legato all’Italia. Ha paesaggi stupendi, si mangia bene e scopro sempre ottimi vini".