In 75mila a Napoli per Liberato, tre date da trionfo: ma nessuno lo ha mai visto in faccia
Città in subbuglio per i concerti del cantautore più misterioso degli ultimi anni. Ma c'è chi giura di averne scoperto finalmente l'identità

Piazza del Plebiscito, cuore e spettacolare centro di Napoli, strappata per tre giorni ai barboni che dormono dentro il colonnato della chiesa di San Francesco di Paola, che pisciano sulle passerelle trasformandole in una fogna a cielo aperto, fra cartoni, rifiuti, scritte con la bomboletta sui marmi neoclassici dell'Ottocento a due passi dal caffé Gambrinus, dove assaggi un caffé e una finissima pasticceria che non scorderai più. In 75mila a gremire Plebiscito in tre giorni, portando un fiume di persone di tutte le età (ma molti giovani o giovanissimi) in una Napoli presidiata dalle forze dell'ordine (a cui l'artista e il suo staff dovranno pagare oltre 24mila euro) su un palco da superstar con wattaggio super, light e led show da grande evento. La capitale del Sud che si rifà il look per andare a vedere l'artista da milioni di visualizzazioni che nessuno ha mai visto in faccia: Liberato.
Video: Liberato e il pubblico cantano all'unisono
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Il mistero paga
Quattordici febbraio, di sei anni fa. Nasce il fenomeno Liberato grazie a Youtube e altri social. Lo sentono cantare quelle che diventano hit istantanee come Nove maggio (che poi diventerà anche un album), Gaiola portafortuna, O' core nun tene padrone e Partenope. Nessuno sa chi sia, in faccia non lo si vede mai, in video spesso è di spalle, il look dei suoi video lo cura a lungo Francesco Lettieri, artefice anche del successo in videoclip di Calcutta. Il mistero paga, nel mistero della voce di Liberato abbinata a una figura incappucciata che non riesci a definire, perfino a un sosia, o alla sagoma umana che compare dietro un pannello, cresce la sua popolarità. Chi scrive era a Napoli nel weekend dei suoi tre concerti e ha potuto vedere la mobilitazione, cittadina certo, perché Liberato è patrimonio campano e napoletano, ma che poi va ad allargarsi a fan di tutta l'Italia. In decine di migliaia a cantare a memoria i suoi testi e ritornelli, immaginando chi possa essere. E una città che è un misto di grande bellezza e grande trascuratezza, con la magia sgarruppata che solo Napoli sa avere, che si rifà il look per esplodere sotto il suo grande palco. Ma le prime crepe su tanto mistero cominciano ad aprirsi.
E se fosse lui?
C'è chi dice di aver capito chi si celi dietro l'identità di Liberato. A lungo si è detto che fosse una identità fittizia di Livio Cori, il rapper per un periodo compagno di Anna Tatangelo, poi che fosse un ex detenuto di Poggioreale tornato in libertà a raccontare le sue storie romantiche e dure, di strada, con versi e musica (e il live napoletano pompava i ritmi verso una dimensione sempre più dance, tanto che se le migliaia di persone non si fossero trovate pressate l'una contro le altre si sarebbe potuto dare vita a un party tutto da ballare). Poi è stato chi ha controllato a chi fossero intestati i brani del cantautore misterioso a scoprire un nome e un cognome: Gennaro Nocerino, di Scampia. Ma se fosse semplicemente l'autore delle cose che Liberato canta? Sia come sia, il fenomeno non è certo solo campano, e l'Italia degli youtuber e degli addicted to TikTok lo sa bene.