Grignani e il disastro live a Novara fra insulti e concerto fermo. Una guerra cominciata trent'anni fa
Durante lo show in Piemonte il cantante ferma tutto e si lamenta che "non va un c...". Era già successo un anno fa, ma l'origine di tutto è nel 1996
Destinazione Paradiso, cantava molti anni fa. Ma per Gianluca Grignani nelle ultime ore è già stato abbastanza riuscire ad arrivare alla destinazione di completare il concerto a Novara dove è successo di tutto e ha dovuto terminare cantando a cappella. Cioè per sola voce, soltanto lui sul palco, con la band ferma e tutti travolti dai problemi tecnici e screzi sul palco.
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Cronaca di una tempesta
Il lunghissimo scontro fra Grignani e il resto del mondo, con pubblico diviso fra chi era esasperato, fischiava e urlava "dài, cantiamo!" e chi era divertito dal suo sfogo col microfono in mano, si è consumato durante il concerto a Novara. Dove l'artista ha prima minacciato: "Sono costretto a far finire il concerto qui". E di fronte alle proteste allarmate ha fermato tutto e aggiunto: "Ma l'agenzia Barley (il promoter di Grignani, chiamato in causa e di cui si attende risposta, ndr) che fa. Arrivano a rompere i c...e io non posso lavorare. Non va un c..., non va la chitarra, il batterista che mi chiama 'amore mio'...il chitarrista, come c...ti chiami tu?". Un lungo monologo di proteste e lamentele col pubblico basito, a richimarlo sul palco. Poi la decisione di cantare da solo, voce e microfono ad amplificare.
Una lunga storia di intemperanze
Una scena gemella di quella accaduta a Novara si era svolta un anno fa a Viareggio, in cui Gianluca Grignani aveva fermato il concerto per protestare contro quella che a suo dire era la cattiva esecuzione dei pezzi da parte della band. Per questo era andato via dal palco due volte, ritornandoci per uno sfogo scomposto. La storia continua ed è una storia conflittuale, che al netto di vicende personali piuttosto complicate, anno dopo anno ha visto Grignani entrare in rotta di collisione con l'industria della musica in Italia o quel che ne resta. E' di appena dieci giorni fa il suo sfogo su Rolling Stone per come i giovani artisti vengono trattati dall'industria.
Essere massacrati: ma è veramente così?
Nelle parole di Grignani, a lui capitò ai tempi del suo folgorante esordio con immediato grande successo: "A Sanremo ho sentito molti ragazzi lamentarsi perché faticano a sopportare il meccanismo della discografia dal quale vengono fagocitati. Li comprendo, perché vengono presi giovanissimi, buttati in questo ingranaggio, tritati e ritritati. Sono stato zitto, ma è ora di parlare. Quando sono uscito io, sono stato bistrattato. Sai quali danni puoi fare a un ragazzo di 20 anni dicendogli che è un maledetto? È una cosa che mi sono portato dietro per anni. E non è una cosa normale. Ora basta". Una guerra, quella di Grignani contro il mondo e contro se stesso, cominciata quasi trent'anni fa, quando usciva l'album a cui più teneva, La fabbrica di plastica. Arrivava dopo Destinazione Paradiso. Un grande album ribelle che andò male. Da lì un vortice, dentro al quale Grignani continua a girare furiosamente.
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