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Ghali cancellato da Radio Italia per il minuto di silenzio chiesto per la Palestina: "Mi hanno voluto punire"

Dopo la data a Milano, l'artista è stato eliminato dalla scaletta di quella prevista il 27 giugno a Napoli. Il caso rimbalza anche all'estero. Le sue parole

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"Questo è l'unico silenzio che dobbiamo fare. Per tutto il resto non abbiate mai paura di esprimervi contro ogni tipo di ingiustizia". Le parole di Ghali al termine del minuto di silenzio chiesto per le vittime dei bombardamenti e dell'assedio dei territori palestinesi da parte dell'esercito di Israele. L'intera Piazza Duomo a Milano ammutolita assieme a lui, il ragazzo con sangue nordafricano nelle vene, cresciuto a Baggio e che già a Sanremo si era preso un sacco di critiche e di rimproveri per aver detto "Stop al genocidio", parola che non si vuole usare per descrivere gli oltre 36mila morti nelle operazioni di reazione israeliana al brutale attacco di Hamas del 7 ottobre scorso. Per tutta risposta, dopo la tappa di Milano in cui è avvenuta questa scena, Radio Italia ha cancellato la presenza di Ghali in quella di Napoli.

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"Mi hanno cancellato"

Su X/Twitter, intervistato in video, Ghali ha spiegato: "Mi hanno cancellato ma io non mi pento affatto di quello che ho fatto. Il palco, fin da quando ero un ragazzino, la musica non è mai esistita senza che avesse dentro un messaggio. Ho sempre tenuto assieme le due cose". E ancora: "Il giorno dopo il fatto di Milano non è successo niente di particolare, poi quello ecco la notizia: fatto fuori dalla scaletta di Napoli prevista il 27 giugno. Sono stato punito, e sono rimasto molto deluso da quel che accade in un Paese in cui abbiamo libertà di esprimere noi stessi, e come artisti di farlo attraverso un messaggio. Sono deluso e sorpreso di questa mossa da parte dell'industria musicale italiana". E il caso si amplifica attraverso o social media, e arriva anche all'estero.

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