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Eurovision 2025: perché tra votazioni impossibili e grandi paradossi l'Italia ha la vittoria in tasca

Il maestro della dance porta "Tutta l’Italia" a Basilea per San Marino, ma gli italiani non possono votare Lucio Corsi. Insomma un bell'enigma

Maria Elena Pistuddidi M.E.P.   

Un inno che urla "Tutta l’Italia" rappresenterà… San Marino. Sembra uno di quei colpi di scena che solo l’Eurovision sa regalare, e invece è tutto vero: Gabry Ponte, il maestro della dance italiana, ha conquistato il San Marino Song Contest con la sua hit esplosa come stacchetto a Sanremo 2025 e ora è pronto a far ballare l’Europa sotto la bandiera del Titano. Appuntamento a Basilea, dal 13 al 17 maggio, per un'edizione che si preannuncia un intreccio di paradossi e sapori italiani. Perché sì, il brano che ha fatto saltare l’Ariston e che sembra un inno nazionale non vestirà il tricolore, ma il biancazzurro di San Marino. E gli italiani? Non potranno votare il loro rappresentante ufficiale, Lucio Corsi, ma potranno spingere Gabry Ponte. E attenzione: tra i favoriti c’è anche un estone che canta l’Italia a modo suo. Insomma, sarà un vero e proprio caos in salsa tricolore

Un inno tricolore con passaporto sammarinese

"Tutta l’Italia, tutta l’Italia, tutta l’Ita-li-a". Adottata da Carlo Conti come jingle di Sanremo 2025, la canzone è diventata un fenomeno, un’esplosione di energia che sa di estate e orgoglio nazionale. Eppure, a portarla sul palco internazionale sarà San Marino, il piccolo Stato che da sempre guarda all’Italia con affetto – e che l’Italia ricambia, specie quando si tratta di voti. I numeri parlano chiaro: dal 2011, San Marino ha regalato i 12 punti all’Italia in 7 edizioni (tra cui Mahmood nel 2019 e i Maneskin nel 2021), mentre l’Italia ha spesso sostenuto il Titano, pur con meno costanza dato che raramente arriva in finale. Ora, però, c’è un twist: "Tutta l’Italia" è un inno che ci appartiene, ma che non potremo votare come nostro. O meglio, potremo farlo – ma solo per San Marino. Gabry Ponte, con il suo sorriso sornione, lo sa: "È un paradosso, ma mi piace. L’Italia non può votarmi come italiano, ma può farlo per il Titano. Vediamo se mi adotteranno!".

Lucio Corsi e Gabry Ponte: gli italiani scelgono… chi?

Ecco il nodo cruciale: gli italiani, col televoto, e la giuria nazionale non possono votare il proprio cantante. Lucio Corsi, che con "Volevo essere un duro" rappresenterà l’Italia al posto di Olly dopo la vittoria a Sanremo, è fuori dai giochi per il nostro pubblico. La sua ballad poetica e intensa dovrà contare solo sui voti europei. Ma Gabry Ponte, sotto la bandiera di San Marino, è un'opzione concreta: nella prima semifinale del 13 maggio, gli italiani potranno televotarlo per assicurargli un posto in finale. Due artisti, due Italie – quella intima e autoriale di Corsi e quella festosa e universale di Ponte – ma una sola possibilità di tifo attivo da casa. E se Gabry arrivasse in finale? Gli italiani si troverebbero a scegliere se sostenere "moralmente" Lucio (senza poterlo votare) o spingere il "loro" inno adottato dal Titano. Un rompicapo che sta già accendendo i dibattiti su X: "Voto Gabry Ponte ma è Lucio Corsi l’Italia vera, peccato non poterlo aiutare".

Tommy Cash: l'estone che ci ruba la scena

Come se non bastasse, l’Eurovision 2025 sembra ossessionato dall’Italia. Tra i favoriti c’è Tommy Cash, l’eccentrico rapper estone con "Espresso Macchiato", un omaggio ironico agli stereotipi italiani – "pizza, pasta, amore" – che ha conquistato TikTok con oltre un miliardo di views (leggi qui). I bookmakers lo danno a 12 (Unibet), davanti a Lucio Corsi (33) e Gabry Ponte (26), e dietro solo a Svezia e Francia. Un altro paradosso: un estone che canta l'Italia potrebbe battere due italiani, uno ufficiale e uno "in trasferta. È l’ennesima prova che il nostro Paese, anche senza volerlo, domina il racconto di questa edizione.

Comunque vada... sarà un successo

Questo Eurovision sarà dunque un'esplosione di italianità. Gabry Ponte porta un pezzo che è già nostro, un inno che San Marino ha abbracciato con entusiasmo e che potrebbe diventare il suo biglietto per una storica finale – magari con l’aiuto del televoto italiano nella semifinale. Lucio Corsi, invece, è l'Italia che non possiamo votare, ma che speriamo conquisti l’Europa con la sua eleganza. E poi c’è Tommy Cash, che ci guarda da fuori e ci "trasforma" in una hit globale. Chi tifiamo intimamente noi italiani? Gabry Ponte, per quel ritmo che ci fa sentire a casa, anche se gioca per un altro team? O Lucio Corsi, con il cuore, sapendo che il nostro voto non conterà? Una cosa è certa: a Basilea l’Italia sarà ovunque – nei testi, nei ritmi, nei paradossi. E forse è proprio questo il bello: un’edizione dove, comunque vada, ci sentiremo tutti un pò vincitori.

Maria Elena Pistuddidi M.E.P.   
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