La ribellione e l'overdose di Demi Lovato. E' solo l'ultima delle lolite perdute lanciate dalla Disney
Dentro i boot camp fin da bambine, a prepararsi per diventare dive di successo a tutti i costi. Poi la fama, i soldi, il crollo. Una lunga fila di "vittime"

Life Coach. E' la persona che deve stare attenta a che tu viva senza autodistruggerti a forza di abusi ed esagerazioni. Demi Lovato, 27enne multimilionaria stella della musica e della televisione internazionale, aveva il suo life coach. Si chiamava Mike Bayer e doveva controllare che Demi, tra un viaggio, un concerto e una photo session, non esagerasse con i party e soprattutto con l'alcol. Mike era di fatto soprattutto il Sober Coach di Demi, stella tra le più amate dal pubblico di giovanissimi. Era il suo grillo parlante che interveniva quando alcol e droghe si riavvicinavano pericolosamente alla giovane stella. A Mike, Demi si era ribellata, interrompendo ogni rapporto con lui, come spiega Us Weekley. Per poi finire ricoverata d'urgenza per un'overdose. Trasformata da uffici stampa e familiari in "circostanze misteriose" per parecchie, imbarazzanti ore.
E' solo l'ultimo caso
"Rivedere Demi in quella condizione è stato un colpo al cuore" ha scritto People del nuovo incontro in ospedale tra la Lovato e il suo ex, Wilder Valderrama. Che già in passato aveva rivelato i paurosi alti e bassi della Lovato, incline agli eccessi e poco resistente alle incredibili pressioni della celebrità e dello showbusiness. Intendiamoci: la Disney resta un'eccellenza assoluta nel mondo dell'intrattenimento e dello spettacolo, soprattutto quello rivolto ai giovanissimi. E ha lanciato molti fra i più dotati giovani artisti di sempre. Ma se si pensa ai campus Disney come a una specie di asilo in cui si va mollemente a giocare, studiare un po' e divertirsi, ci si sbaglia. La realtà è che, come pure accade altrove, la formazione per chi vuole seriamente fare della vita da cantante, attore, ballerino o presentatore il centro della sua esistenza, è durissima. Gli standard richiesti sono molto alti. La competizione è estrema e le pressioni sono enormi. Bambine prodigio come Demi o Miley o la stessa Britney, sono state formate come macchine da guerra per sfondare nello showbiz. Formazione militare, dove niente è lasciato al caso. E come altre "lolite" del pop e della tv, Demi ha cominciato prestissimo, sacrificando la sua infanzia al successo. E il prezzo da pagare è sempre alto.
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Demi Lovato, stella "tempestosa" amata dai giovanissimi
Adrienne, Vanessa, Lindsay
Era una baby stella di casa Disney Adrienne Bailon, lanciata dal fortunato film per adolescenti Cheetah Girls, fino a quando (parliamo di dieci anni fa) il suo fidanzato nle fece delle foto decisamente hot. Troppo, per un beniamina delle ragazzine che ritrovarono quelle foto diffuse sul Web. Fine della carriera. Quanti si ricordano di Vanessa Hudgens? Era la superstar di High School Musical. Poi ecco cadere anche lei nell'ennesimo scandaletto soft-porno, poi altri eccessi, e il momento in cui ti trovi alla deriva nella terra di nessuno. Come è capitato ad un'altro nome che sembrava destinato a sbaragliare l'agguerrita concorrenza di teen-star: Lindsay Lohan. Anche lei un gioiellino di bellezza femminile, poi lanciata come attrice nel remake di Herbie, poi al top delle classifiche musicali. Poi lo schianto: droghe, alcol, furti nei negozi, processi, condanne, la guerra con i genitori diventata un tragicomico spettacolo pubblico su cui si sono avventate Torme fameliche di aquilotti da gossip. Poi il tentativo (fallito) di rilanciarsi a cinema in un ruolo erotico, e nel teatro inglese. Dove ha collezionato sonore stroncature. Nel mezzo: amori etero, amori lesbo, risse a cazzotti con fidanzati dell'alta società in piena spiaggia pubblica. Accuse, ripicche.
Quando Britney scappò da tutti e si rasò i capelli
C'è voluto qualche anno perché Britney Spears, vittima di psicosi, si ricollegasse con la realtà e tornasse ai livelli di celebrità dei suoi esordi. Oggi è tornata ad essere una stella di prima grandezza. Ma per lei è stata durissima. La Spears aveva soltanto dodici anni quando stupì gli Stati Uniti entrando nel cast di The New Mickey Mouse Club. In seguito il suo lancio come cantante, tutto giocato abilmente sulla sua verginità ostentata e usata come leva per una campagna di marketing senza precedenti. Poi ecco il vortice di scandali, riabiliazioni da alcol e stupefacenti, ricoveri per crisi isterica con dirette tv notturne, molto apprezzate dal morboso pubblico Usa, che sono state il suo pane quotidiano per due anni e mezzo. La fuga psicotica in cui, gonfia e rasata, testimoniava tutto il suo disagio. E i più attenti ricorderanno Kirsten Storms, la Kim Possible di Disney Channel. Poi naufragata nell'alcolismo. O ancora Anneliese Van Der Pol, la ragazzina con un corpo esplosivo da donna adulta e protagonista di That's So Raven.
Miley a trecento all'ora
Era lanciatissima. Troppo. Un grave incidente con la sua auto, che rivelò ancora una volta i problemi con l'alcol, fermò la sua carriera. E tra molti eccessi è passata anche Christina Aguilera, tra le voci più incredibili lanciate dalla Disney mentre era poco più che una bimba. Poi gli alti e bassi, la moltiplicazione delle provocazioni sessuali per restare sulla cresta dell'onda (titoli di album come Dirty e Stripped, servizi fotografici al limite del soft-core). Molti problemi alimentari. Contraccolpi della guerra della celebrità. A cui si è consegnata senza censura un'altra ex lolita Disney: Miley Cyrus, la Hannah Montana beniamina dei ragazzini delle elementari e delle medie, che ha cambiato radicalmente look e rotta. Vai col sesso simulato durante i concerti, i nudi aggressivi, i numeri trash (cavalcare una gigantesca salsiccia, tirare fuori la lingua a mimare il sesso orale, il ballo twerking), i videoclip spinti. Forse Miley è quella che ha capito meglio di tutte che l'innocenza la si perde in fretta, quando ti alleni in modo militare per diventare una baby macchina da soldi fin dalla tenera età. E dunque gioca il tutto per tutto, a trecento all'ora. Finché avrà la forza per farlo.