Claudio Baglioni, tutto iniziò cantando per coprire le galline. "Volevo farmi prete, ma poi.."
In una lunga intervista ad Aldo Cazzullo del Corriere della Sera, Claudio Baglioni offre un ritratto a tutto tondo di sé, raccontando aneddoti della sua vita e della sua lunga carriera.

Dalle prime note cantate in treno per coprire il verso delle galline ai primi provini, fino alle amicizie con Dalla e De Gregori, al rapporto con Berlusconi. In una lunga intervista ad Aldo Cazzullo del Corriere della Sera, Claudio Baglioni offre un ritratto a tutto tondo di sé, raccontando aneddoti della sua vita e della sua lunga carriera.
Un'infanzia segnata dalla povertà
Claudio Baglioni racconta di essere cresciuto in una famiglia povera, con un padre maresciallo dei carabinieri (" mangiava carne due volte l’anno") e una madre severa e determinata. Fuggirono a Roma dall’Umbria per sposarsi. La nonna Serafina era una figura molto carismatica dallo sguardo pungente. Arrivò persino a minacciare di sputare se il figlio avesse sposato la moglie. "Mi pareva la strega delle favole, e la temevo", racconta.
La passione per la musica, la vocazione
Fin da piccolo, Claudio Baglioni scoprì la passione per la musica. Iniziò a cantare in treno "per coprire il verso delle galline e non fare insospettire il controllore". Famiglia cattolica, ebbe da subito un rapporto stretto con la Chiesa. "A Centocelle l’unica alternativa alla strada e, peggio alla delinquenza, era l’oratorio. Provai come chierichetto, ma scampanellai al momento sbagliato. A 12 anni facevo il catechista ai bambini di sei. A 14 sentii la vocazione, insomma la chiamata, e pensai seriamente di farmi prete. Però la mamma, che pure era molto devota, non era convinta. D’altronde, più tardi, mi raccomandò di cantare perché a studiare si rovinano gli occhi".
L'esordio, le prime delusioni. La determinazione
Avvenne proprio a Centocelle, 60 anni fa. "Scoprii che un amico tentava un concorso canoro, e volli provare anch’io. Mia madre sarta fece da costumista: ero vestito di rosa e azzurro, praticamente un confetto a due sessi; inguardabile. Mio padre scelse la canzone: “Ogni volta” di Paul Anka. Provavo le mosse davanti allo specchio di casa, che era dietro la porta dell’armadio". A seguire provini a Milano. il secondo addirittura col pianoforte, ma non andò come previsto. "Mi dissero che le mie cose non funzionavano. Al ritorno, sul tram vuoto e zitto, urlai in faccia a Milano: "Io ce la farò!".
L'amicizia con De Gregori
L'aneddoto legato alla loro amicizia è da ridere. "Andarono a Jesi a sentire un cantautore allora sconosciuto, Angelo Branduardi. Poi passammo a Cesena dall’impresario, a rifornirci di qualche soldo, e decidemmo di proseguire per un nostro on the road, c’era anche un amico fotografo, Luciano, detto Lucky. De Gregori voleva andare a Parigi. Io li portai in montagna, sulla Marmolada. La macchina si fermò, gli altri scesero a spingere, ripartimmo. Dopo un paio di chilometri mi resi conto di aver dimenticato De Gregori nella neve. Il Principe, in piedi, rigido come un pupazzo, era piuttosto seccato".
Berlusconi
"Berlusconi non l’ho mai votato. Ma quando scrissi a tutti i leader per porre la questione Lampedusa, dove poi ho organizzato per dieci anni il festival O’ Scià, il primo che dopo tre ore mi telefonò fu lui". DPvevano anche cantare insieme, ma alla fine l'ex premier non riuscì. "Berlusconi aveva deciso di cantare “Que reste-t-il de nos amours” di Charles Trenet. Gli facemmo sentire le basi, era tutto pronto, lui fece la prova e se la cavava bene; ma all’ultimo momento rinunciò. Forse temeva una trappola in quel covo di barricaderi comunisti".