Il ritorno di Celentano, re degli ignoranti che si oppone alla "dittatura contro i No Vax"
Un post su Instagram e un video di 5 minuti del "molleggiato" invita ad essere più clementi e democratici con gli antivaccinisti. Ma sbaglia in più punti

Dove eravamo rimasti? Al flop di Adrian, costoso kolossal disegnato e futuribile trasmesso da Mediaset, poi sospeso, poi rimesso in onda con una formula un po' diversa per rimediarne l'affondamento. Poi un silenzio punteggiato dall'uscita dell'antologia di duetti con Mina e dall'allarme lanciato da Celentano per gli sconosciuti penetrati più volte nella sua residenza. Ora rieccolo, il grande controcorrente, quello delle pause infinite, del la caccia e contro l'amore scritto senza accento, delle prediche cattolico-ambientaliste-antimoderniste a tutta tv, degli spot per il suo show mandati a volume disumano ad invadere le case degli italiani. E ora il re degli ignoranti (come lui stesso ama definirsi) entra nel ring che vede contrapposti vaccinisti e non con un post eloquente sul suo Instagram: "Basta con la dittatura dei talk show sui no vax". Scritto a modo suo, così che potrebbe voler dire sia che sono i talk show ad argomento no vax ad essere una dittatura, sia che questi format abbiano modi antidemocratici con chi non ne vuole sapere di farsi inoculare.
Ma poi arrivano le immagini
Il dilemma è risolto da Celentano totalmente a favore dei no vax, con un montaggio video di oltre cinque minuti. Alla sua maniera pure questo: quindi sgangherato, kitsch, con immagini di scontri in tv della giornalista Maria Giovanna Maglie contro i virologi superstar e catastrofisti, frammenti con Veronica Gentili, la lite fra Pregliasco (pro vax) e Andrea Stramezzi (medico no vax che proclama come già esistente la terapia anti Covid-19 a base di antinfiammatori, antibiotici e rieccola, l'invermectina). Il tutto inframezzato da sequenze in cui Celentano canta, sempre un ottimo promo per la sua musica. Finale didascalico come da tradizione del Molleggiato: "I conduttori devono essere imparziali e trattare amorevolmente sia con chi si vaccina sia con chi non si vaccina". Scritto a tutto schermo mentre, non si sa perché, alcuni cowboys cavalcano verso lo spettatore.
Video
Il video diffuso su Instagram da Celentano
Cosa resta quando il litigio finisce
Su una cosa possiamo essere tutti d'accordo con Celentano: mesi di virologi, ematologi, microbiologi ed epidemiologi che si insultano, si urlano addosso e litigano essendo pagati per farlo in prima serata in tutti i talk show, non solo hanno stremato cittadini già frastornati e provati da due anni di pandmia, ma stanno avendo l'effetto di far retrocedere la fiducia nelle istituzioni, specie quelle sanitarie. Ma c'è chi sfrutta cinicamente l'effettaccio dell'urlo, perché fa audience. Pensiamo ad esempio al perché negli Stati Uniti quando si parla di virus parla uno e uno solo, Anthony Fauci, e qui in diciotto a contraddirsi l'uno con l'altro. Poi c'è l'altra faccia della medaglia, quella dell'approssimazione in cui cade anche una giornalista navigata come la Maglie. E' vero che Giuseppe Remuzzi, ematologo e nefrologo da lei citato come esempio di medico equilibrato dice che il Covid-19 lo si può affrontare in prima battuta con "Aspirina, nimesulide, celecoxib", se non basta con "cortisone ed eparina". Ma Remuzzi non garantisce che questa sia la cura perfetta, ammette l'importanza dei vaccini (vedi la sua intervista su Libero).
La Maglie su Remuzzi: 'La cura anti Covid c'è già'. Ma non è così
E aggiunge che "c'è poco da fare con chi non si fa convincere dall’evidenza dei fatti. Se il vaccino ti spaventa più di restare chiuso a casa tre mesi in lockdown o morire solo e intubato, non c’è comunicazione che possa convincerti". Le sfumature del discorso sono tante, nel mezzo di un'emergenza sociale e sanitaria ancora in corso in cui nessuno che sia competente e ragionevole si permette di dire che la cura alternativa ai vaccini esiste già. Peraltro, la farmacologia è al lavoro su nuove pillole e preparati per battere il virus. Un percorso con aggiustamenti lungo strada che non ha niente a che vedere con l'aggressione perentoria di no vax che poi vanno in piazza assembrati, senza mascherina, ad assaltare i reporter e a strappare le mascherine ai medici che li stanno soccorrendo in rianimazione. E dunque caro Adriano, no. Il Covid-19 non è solo una questione di pareri diversi a confronto.