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Bocelli, 30 anni di carriera e quella volta che superò Pavarotti per bravura. Così nacque una star

Mai considerato un tenore lirico degno di considerazione, nella sua versione pop ha venduto 70 milioni di dischi. Il film che lo celebra, e l'aneddoto

di Tiscali Spettacoli   

Tutto è tornato ad accadere dove era cominciato 66 anni fa, a Lajatico, in Toscana. Dove Andrea Bocelli è nato e da cui ha fatto i primi passi anche nella carriera artistica, cominciata sotto i peggiori auspici. Oggi che gli album venduti in tutto il mondo sono oltre 70 milioni, è tempo di celebrazioni. Trent'anni di carriera sono racchiusi nel film-evento Andrea Bocelli 30: The Celebration diretto da Sam Wrench e che porta sul grande schermo i concerti degli scorsi 15, 17 e 19 luglio a Lajatico, in Toscana, nel Teatro del Silenzio. Con moltissimi ospiti di prestigio, da Ed Sheeran a Johnny Depp, Placido Domingo, José Carreras, Lang Lang, Zucchero, Elisa, Laura Pausini, Tiziano Ferro. Fra gli altri.

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"Potrà al massimo cantare al massimo a un matrimonio"

Nato con una cecità causata da un glaucoma, Andrea Bocelli, la vista persa completamente a dodici anni dopo una pallonata sugli occhi, figlio di piccoli imprenditori agricoli. Il giovane Andrea si era poi laureato in Giurisprudenza a Pisa e diplomato in Canto Lirico al Conservatorio di La Spezia. "Ma a mia madre dicevano: potrà al massimo cantare a un matrimonio", come ha rievocato il tenore pop alla presentazione del film che lo celebra a Roma nell'ambito di Alice nella città. E di fatto il giovane Andrea cantava, ma nelle chiese. Facendo contemporaneamente un po' di serate nei locali. Dove la sua voce si fece notare, tanto che di lui parlarono bene a Zucchero Fornaciari che stava tentando in tutti i modi di convincere Luciano Pavarotti a cantare la parte lirica del suo futuro successo Miserere. Senza riuscirci.

"Venne Andrea e fece meglio di Luciano"

Così Zucchero, con il suo produttore Corrado Rustici già in contatto con la Sugar di Caterina Caselli, decisero di far cantare quella parte a Bocelli in un provino che avrebbe dovuto rendere il futuro lavoro di Pavarotti al brano più chiaro e comodo. Rustici ha raccontato in una videointervista su Youtube: "Bocelli cantò benissimo, a mio parere anche meglio di come avrebbe fatto dopo di lui Pavarotti. E quando fu invitato a cantare quella parte di Miserere dal vivo con Zucchero, l'impressione si confermò". Era il 1992, da lì è iniziata una carriera dal successo globale con la vittoria a Sanremo e il ruolo di tenore pop da esportazione che gli ha dato fama globale e lo ha reso un divo ricco. "Il successo all'inizio è stato un carcere" ha detto Bocelli, ma poteva andare molto peggio. E se oggi il suo erede Matteo, altro tenore pop, ragazzo bellissimo e di successo segue le sue orme, è perché, e ci si perdoni il gioco di parole, qualcuno ci aveva visto lungo. Vedi alla voce Michele Torpedine, Corrado Rustici e Caterina Caselli. 

 

di Tiscali Spettacoli   
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