Riccardo Cocciante: "Mi sento come Quasimodo. Ero timido e non credevo in me stesso"

Intervista al cantautore che torna in Italia con la sua opera musicale dei record “Notre Dame de Paris”

 
di Cinzia Marongiu

 “Conosci il mio carattere, il mio fisico, il mio modo di cantare. Il mio personaggio è Quasimodo perché mi sento così. Quando ero giovane ero timido, non credevo in me stesso, mi sentivo bruttissimo. Mi sono salvato perché forse avevo qualcosa dentro. Ecco perché tra i personaggi di “Notre Dame de Paris” quello del gobbo è sicuramente il personaggio nel quale riesco a immedesimarmi. Quasimodo decide di vivere in quello che ha di più forte e potente e cioè l’anima. Fa il passo decisivo quando vede che Esmeralda non c’è più”.

Riccardo Cocciante si riaffaccia in Italia dal suo eremo a Dublino per festeggiare il ritorno dell’opera moderna più famosa al mondo, quella “Notre Dame de Paris” di cui ha firmato le musiche e un successo da record che conta quasi mille repliche in undici anni e che torna in Italia dopo 4 anni di pausa con il suo cast originario, forte di Lola Ponce e di giò di Tonno. Un’occasione per incontrare il cantautore più “orso” che ci sia: “Sono riservato nella vita anche se poi sul palco in genere esplodo. C’è una trasformazione totale, una perfetta antitesi tra palco e vita, un qualcosa che non ho mai fatto apposta”.

Io e i Pooh? Perché no? - Cocciante risponde anche alle domande dei nostri lettori grazie all’iniziativa #TiscaliperTe. C’è chi sogna di vederlo cantare con i Pooh, che proprio quest’anno festeggiano i lpro primi 50 anni in musica. Cocciante non fa una piega e con un sorriso risponde così: “Ci conosciamo poco. Loro fano bella musica e sono antanti formidabili. Può succedere. Tutto può succedere”.

Il segreto di "Bella senz'anima" - C’è anche chi vorrebbe aapere a qualcosa in più sul suo grande successo “Bella senz’anima”. “Le mie canzoni sono più allegoriche che autobiografiche. In quel caso si trattava di voler uscire fuori dal guscio ed esplodere per potermi esprimere. “Margherita” invece è il piacere di vivere bene e di aver raggiunto certi obiettivi”.