Paolo Conte e quel mistero impossibile da svelare. Il rapporto con la Caselli, la sbandata di Benigni per la moglie

Un film imperdibile. Caterina Caselli dice di lui: "Capite, Paolo è uno capace di scrivere "ma come piove bene sugli impermeabili". Come gli è venuto in mente?". Il più enigmatico artista italiano raccontato tra milonghe e jazz, raucedini e Mocambo

Non prendete impegni stasera e sintonizzatevi su Rai3. In prima visione va in onda “Via con me”, documentario di Giorgio Verdelli dedicato a Paolo Conte.

Non il classico biopic ma un film prezioso pieno di rivelazioni e primizie e soprattutto intriso di quell’impareggiabile mix di intelligenza, ironia e struggente malinconia che rende uniche e senza tempo le canzoni dell’avvocato della musica italiana immerse in quel genere creato ad hoc tra milonghe e jazz, tra kazoo e pianoforte, tra raucedine e rimpianti. “Confusione mentale di fine secolo” lo ha definito lui con una di quelle risposte scaccia-giornalisti in cui è maestro. Risposte che al contrario gli procurano orde di fan adoranti al di qua e al di là delle Alpi. Così, ecco un plotone di colleghi pronti a raccontare il “loro” Conte in una veste del tutto inedita: non artisti di prima grandezza concentrati inevitabilmente su sé stessi, ma fan adoranti capaci di ritornare ragazzini per commuoversi ed emozionarsi davanti all’avvocato astigiano e alle sue invenzioni in note: ecco Jovanotti che resta incredulo di fronte alla “campagna che abbaia” in “Bartali", ecco Francesco De Gregori recitare a memoria una canzone di Conte in napoletano. Affetto vero, stima immensa. Ed ecco Caterina Caselli, sì proprio l’ex caschetto d’oro che da anni è una discografica dal fiuto infallibile, trasformarsi in una ragazzina innamorata e svelare il loro primo incontro-collaborazione, quando Conte per lei scrisse "Insieme a te non ci sto più". Ed è sempre lei a rdere ripensando a una frase geniale in cui tutti noi ci siamo tuffati ascoltando "Gli impermeabili", capolavoro tra i capolavori, magari  sognando di passare una serata della nostra vita appoggiati al bancone del Mocambo, tra serrande abbassate e lividi dell'anima: "Capite, Paolo è uno capace di scrivere "ma come piove bene sugli impermeabili". Come gli è venuto in mente?".

Già. Come gli vengono in mente le storie retrò, le avventure sghembe, i tinelli marron dei perdenti che poi perdenti davvero non sono mai. Conte si racconta, svela la passione per l’enigmistica e quella per la pittura, ma resta inafferrabile. E per ciò ancora più affascinante.

A decifrarlo come uno dei sui amati rebus ci provano in tanti: Jane Birkin, Roberto Benigni, Vinicio Capossela, Stefano Bollani, Giorgio Conte, Pupi Avati, Luisa Ranieri. Illuminante il racconto di Vincenzo Mollica, quando svela la sbandata che prese Benigni per la bellissima moglie di Paolo Conte, Egle. E soprattutto la reazione dell’avvocato, come sempre sornione e ironico. Insomma, si scava dentro quegli abissi di malinconia, si gusta il famoso gelato al limòn, ci si arma di valigie piene di perplessità e ci si incammina sulle strade piovose di Parigi. Dove tutto intorno è solamente Francia. E dove Paolo Conte resta un mistero fradicio di magia che ci porta via. "Via con me".