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Lo sfogo di Mogol: "Basta dire che sono di destra, ecco la verità". Poi racconta della medium e di Battisti

Mogol: "Mi definiscono l'intellettuale di destra, ma io non sono né di destra né di sinistra"

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"Mi definiscono l'intellettuale di destra, ma io non sono né di destra né di sinistra. Le persone che dicono e fanno cose sensate hanno la mia approvazione. Al contrario quelle che dicono cose astruse o peggio per specularci assolutamente no. Non importa il colore politico. Se si prende una persona intelligente, dirà cose intelligenti qualsiasi sia il suo partito d'appartenenza. Se lei prende un mediocre rimarrà tale. È la persona che esprime, non il partito".

Ne approfitta anche per parlare di un ipotetico suo coinvolgimento per il festival: "Secondo me la cosa più importante di Sanremo dovrebbe essere la competenza, cioè uno che sa valutare le canzoni. È un consiglio".

L'incontro con i giffoner che lo accolgono con una standing ovation e lo premiano assieme ad Alfonsina Novellino, presidente dell'Associazione Aurea.

"La vita - dice ai ragazzi - deve avere un obiettivo, quello di aiutare gli altri. Non bisogna sopraffare o approfittare di chi ha bisogno, sarebbe miserabile. Noi dobbiamo conquistarci l'autostima. Possiamo essere miserabili o nobili, dipende solo da noi, siamo noi a decidere chi essere".

Il ricordo di Mango, "Mango è un artista a livello mondiale. Se voi sentite le sue canzoni vi accorgete che è unico. Solo che stava sempre a Lagonegro con la sua famiglia e nessuno lo ha mai contattato".

La storia della canzone L'arcobaleno, scritta in un quarto d'ora: "Nel '98, dopo la scomparsa di Lucio, una medium telefonò alla mia segretaria Daniela dicendo di aver avuto un 'incontro' con Battisti. Lui l'aveva pregata di contattarmi perché scrivessi le parole di una sua canzone, dedicata a me, riguardante l'arcobaleno. Rifiutai e chiesi di non chiamarmi più. Ma una settimana dopo mi telefonò Giulio Caporaso raccontandomi di aver sognato Battisti che gli aveva parlato di un pezzo sull'arcobaleno. A quel punto rimasi turbato e ne parlai con Adriano Celentano e Claudia Mori. Con noi c'era Gianni Bella, che tirò fuori un'audiocassetta dicendo di avere una melodia pronta. Era perfetta". Mogol era indeciso sul verso 'L'arcobaleno è il mio messaggio d'amore può darsi un giorno ti riesca a toccare' che gli sembrava inverosimile. Ma pochi giorni dopo in auto vide "un enorme arcobaleno che finiva praticamente sul cofano della macchina". E quindi "chiamai Adriano dicendogli: 'Cantala così, può succedere'. Vi devo raccontare un'altra cosa. Nel pomeriggio del giorno in cui morì Mango feci un viaggio. C'era il sole, ma vidi gli arcobaleni comunque. La sera seppi che era morto".

 

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