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Highsnob e Hu: "Cosa vogliono dire i nostri nomi. Sanremo? Abbiamo già vinto"

Cinzia Marongiudi Cinzia Marongiu   
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“La nostra canzone è l’ultima che Amadeus ha ascoltato e la prima che ha scelto. Avergliela fatta arrivare al cuore è un grandissimo punto di partenza”. Questa informazione arriva sospinta dalla corrente nel profluvio di parole che Hignsnob e Hu usano per raccontarsi ma è tutt’altro che un dettaglio. E può dirla lunga sulla coppia più misteriosa agli occhi mainstraim del Festival. Non c’è dubbio che per le due “H” comunque vada sarà un successo: “Siamo tranquilli, non perché non abbiamo niente da perdere, ma perché abbiamo lavorato sodo. Non siamo inciampati per caso nel Festival. Ci avevano detto di non provare nemmeno a presentarci con 700 candidature arrivate, ma i miracoli accadono: sei tu il miracolo che fa accadere le cose se le vuoi davvero. Essere outsider è una consapevolezza che ti dà una sorta di potere. E non mi sembra una cosa così negativa che qualcuno all'annuncio della nostra presenza si sia domandato chi fossimo". E ancora: "Pensiamo di poter essere un esempio per i giovani artisti: tutto è possibile se hai qualcosa da dire. Anche arrivare a Sanremo dal mondo underground. Non sempre è necessario cavalcare i trend. E poi se vivi con l'ansia ti dimentichi quanto sei fortunato a vivere ciò che di bello ti capita".

Due percorsi musicali paralleli, due artisti indipendenti ma molte cose in comune, a parte la passione per i tatuaggi. “Quello che ci unisce è l’anima”, decreta Hu, nome d’arte di Federica Ferracuti, 28 anni, laurea magistrale in fenomenologia della musica conseguita lo scorso ottobre, testa rasata e una passione viscerale per la musica a 360 gradi. “Vengo dalla musica elettronica e prima ancora dal jazz. Sono una compositrice e una produttrice. In generale una persona curiosa. Con Mike ci siamo conosciuti dopo la mia partecipazione a Sanremo Giovani dell’anno scorso. Lui mi ha scritto su Instagram perché gli era piaciuta la mia canzone e ci siamo scambiati l’augurio di rivederci. Poi l’incontro qualche mese dopo quando abbiamo deciso di fare musica insieme. Io intanto ero partita in tour con Emma Marrone come strumentista. Ad agosto è arrivata la prima bozza della canzone, “Abbi cura di te”. Come l’ho letta è stato un terremoto. Il riff di chitarra che parte e dice tutto. Fermi tutti, mi sono detta, lavoriamo su questo. Poi abbiamo deciso di presentarla a Sanremo. Nessuno ci aveva dato speranza e invece…”.

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Lui è Michela Matera, 37 anni, arriva dal rap e dalla scena urban. Dopo aver mollato il lavoro ed essersi trasferito dalla Liguria a Milano a 27 anni, ha debuttato con il disco d'oro Harley Quinn nel 2016 . Ha all'attivo due dischi in studio e una battaglia ancora in corso con la bipolarità: “Il brano è stato anche il modo per guardarsi dentro, per capire che gli errori anche in una relazione, per quanto tossica, sono di entrambi. Non ho mai nascosto il mio disturbo bipolare, e continuo a lavorare su me stesso".

Ma cosa significano i loro due nomi d’arte? “Hu viene dalla cultura egizia. È il nome di una divinità di cui mi sono innamorata  perché non è ne uomo né donna. Chiunque potrebbe esserlo. Hu secondo il pensiero egizio dava agli uomini facoltà di pensiero e parola”, racconta lei. E lui: “Highsnob è nato quando ho pensato a me come un one man band, nel senso che tante cose le ho dovute fare da solo ,senza team e con poco budget. E tra le tante cose c’è anche la pubblicità e l’arte di arrangiarmi. Mi sono ispirato a “Highsnobity”, il nome di una rivista che tratta di moda.

Sono la cosa più lontana dallo snob che esiste ma sentirsi sempre gli ultimi nella vita per estrazione sociale mi ha dato quasi voglia di avere un titolo nobiliare”.

Nella loro canzone, “Abbi cura di te”, una riflessione sulle sensazioni e i sentimenti che ruotano intorno alla dolorosa fine di una relazione. Ma anche riferimenti dotti e curiosi come quello al mito di Oloferne e allo shibari, pratica sessuale giapponese. Spiega Highsnob: “Mi piace disseminare riferimenti culturali che possono aiutare i ragazzi a scoprire cose che non conoscono. Amo la scrittura con le frasi a doppio effetto, tipo “ provo piacere nel sentir dolore come lo shibari”. Ma non c’è furbizia. Non è una malizia sanremese”.

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