883, Cecchetto smentisce la serie TV: "Hanno stravolto la verità sulla mia visione". Le accuse del produttore
Claudio Cecchetto contesta la rappresentazione nella serie Sky sugli 883: 'Mi fanno dire cose opposte alla realtà'. La verità sul rapporto con Max Pezzali

Non solo non l'ha vista, ma la contesta apertamente. Claudio Cecchetto rompe il silenzio sulla serie Sky "Hanno ucciso l'uomo ragno" e punta il dito contro la rappresentazione del suo personaggio: "Mi fanno dire cose opposte alla realtà". Il celebre talent scout, intervistato dal Corriere della Sera, contesta in particolare una scena chiave: "Nella serie mi presentano spiegando che vengo da Ceggia, che è vero. Poi il mio personaggio dice: 'Odio la provincia'. La verità è che le cose stanno all'opposto e non è affatto un dettaglio da poco."
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La serie Sky sugli 883
"Hanno ucciso l'uomo ragno - La vera storia degli 883" è la nuova serie Sky Original che ripercorre l'ascesa di uno dei fenomeni musicali più amati degli anni '90. La serie, disponibile su Sky e NOW, vede Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli nei panni rispettivamente di Max Pezzali e Mauro Repetto, mentre l'attore Roberto Zibetti interpreta Claudio Cecchetto. La produzione ricostruisce la storia di due ragazzi di provincia che, tra un videogioco e l'altro nel negozio di dischi di Pavia, hanno dato vita a un progetto musicale destinato a lasciare il segno nella storia della musica italiana.

Le origini del successo
"Gli 883 li scoprii io. Sono andati dove meritavano ma nessuno prima di me gli aveva dato retta," dichiara Cecchetto, ripercorrendo gli albori di una storia musicale che ha segnato gli anni '90. Una storia che, come sottolinea il producer, "l'ho scritta io assieme a Pier Paolo Peroni. E non parlo della sceneggiatura, ma di quel che accadde più di 30 anni fa."
La rottura con Max Pezzali
La frattura tra i due protagonisti di questa vicenda risale a quando, dopo tre decenni di collaborazione, Pezzali decise di prendere le distanze da Cecchetto e Peroni, cercando maggiore autonomia creativa e gestionale. Una scelta che il talent scout non ha mai digerito, tanto da arrivare a definire l'ex pupillo come "il più irriconoscente" tra tutti gli artisti lanciati nella sua carriera.
Il rapporto con la provincia
Particolarmente critico anche il giudizio sulla rappresentazione del suo personaggio nella serie Sky: "Le battute mi hanno lasciato perplesso. Nella serie mi presentano dicendo che odio la provincia, quando la verità è esattamente l'opposto." Un dettaglio non da poco per chi ha costruito la propria carriera proprio scoprendo talenti provenienti dalla provincia italiana, da Jovanotti di Cortona fino agli stessi 883 di Pavia.
Il ricordo degli esordi
Nonostante le critiche, Cecchetto mantiene un ricordo positivo degli esordi del gruppo e rivela anche i retroscena delle prime hit che lo convinsero a scommettere sul duo pavese. "Non me la menare" fu la prima "scintilla" di quel successo. "Erano testi semplici ma la chiave del successo è questa: fatti di vita comuni che però aiutavano gli ascoltatori che si sentivano meno soli a vivere questi piccoli e giovanili drammi quotidiani. Ragazze e ragazzi che avevano bisogno di una canzone spassionata ma vera per ripartire", racconta al Corriere della Sera.
La ferita ancora aperta
Ma quando si tratta di parlare dell'ex frontman Max Pezzali, il producer taglia corto con un eloquente "Passiamo ad altro, grazie", confermando come dopo tanti anni le ferite di questa separazione non si siano ancora rimarginate.