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Lodovico Festa, Addio Milano Bella

di Ansa   
Lodovico Festa, Addio Milano Bella

di Marzia Apice (ANSA) - ROMA, 03 FEB - LODOVICO FESTA, ADDIO MILANO BELLA. L'ULTIMA INDAGINE DELL'INGEGNER CAVENAGHI (Guerini e Associati, pp.288, 18 Euro). C'è nostalgia forse, ma anche il puntuale resoconto, senza sconti per nessuno, della fine di ogni illusione nel più grande partito della sinistra italiana, tra tante responsabilità mai ammesse o non comprese fino in fondo, intrighi e tradimenti, nel libro "Addio Milano bella. L'ultima indagine dell'ingegner Cavenaghi" di Lodovico Festa, in libreria da gennaio con Guerini e Associati. Ultimo capitolo di una trilogia (dopo i primi due, "La provvidenza rossa" e "La confusione morale", editi da Sellerio), Festa trasporta il lettore agli inizi degli anni '90, dopo aver affrontato gli anni '70 e '80: L'ambientazione scelta è ancora Milano, questa volta profondamente scossa dall'inchiesta di Mani Pulite: qui l'ingegner Cavenaghi, ex presidente dei probiviri lombardi del Pci, è rientrato in fretta e furia da Lugano, città dove si era rifugiato, per risolvere una questione spinosa.

Dalle casse del PDS milanese sono infatti spariti molti soldi, risorse ingenti e "riservate" di un partito ormai sempre più in affanno: l'indagine di Cavenaghi dovrà stabilire chi ha sottratto il denaro, chiarendo come questo è stato speso e quali implicazioni ci siano dietro al furto. Al di là della trama investigativa ben costruita, di certo questo libro appassionerà gli amanti della politica ma anche tutti coloro che sono interessati a decifrare una stagione complessa della nostra storia recente. Incastrando ogni elemento come in un puzzle, Festa, con una prosa scorrevole, si immerge nelle trame opache di uno dei principali partiti italiani, svelandone gli intrighi, accanto alle disillusioni e ai sogni infranti. Non solo, la capacità di analisi dello scrittore si allarga anche oltre, creando a beneficio del lettore collegamenti mai scontati e riflessioni acute, volte a svelare senza troppe mediazioni molto della Milano di quegli anni, ma anche del Paese intero. L'autore si muove attraverso l'indagine del suo protagonista, lo segue mentre incontra una umanità varia - tra operai e femministe, studenti e banchieri, socialisti e cattolici, giornalisti e rifondaroli, avvocati e magistrati, partigiani e manager, grandi dame e vecchi saggi - e delinea il ritratto di un partito che deve difendersi da se stesso in primis, la cui anima si sta snaturando dall'interno. Sullo sfondo, ma non troppo, c'è Milano e la fine di un mondo, in un contesto di smarrimento, delusione, sofferenza e di rottura di equilibri che non si rinsalderanno più. (ANSA). .

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