Esce 'Lei mi parla ancora' di Giuseppe Sgarbi

(ANSA) - ROMA, 29 GEN - Arriva in libreria il 4 febbraio 'Lei mi parla ancora - Memorie edite e inedite di un farmacista' (pp 688, euro 20) di Giuseppe Sgarbi, padre di Elisabetta e Vittorio, morto nel 2018, che ha esordito nella narrativa nel 2014, a 93 anni. Dal libro Pupi Avati, che è autore della prefazione, ha tratto l'omonino film, in anteprima su Sky l'8 febbraio, con Renato Pozzetto, Stefania Sandrelli, Chiara Caselli, Fabrizio Gifuni e Serena Grandi. "Mi sono voltato, ho chiuso gli occhi e alzato la testa in direzione delle tue finestre. 'Se c'è', ho pensato prima di riaprirli, come in uno di quei giochi che fanno i bambini, 'sarà per sempre'.
C'eri" scrive Giuseppe 'Nino' Sgarbi. Il volume, con due racconti inediti, raccoglie i quattro romanzi, scritti dal farmacista di Ro Ferrarese in cinque anni: 'Lungo l'argine del tempo' del 2014, Premio Bancarella Opera Prima e Premio Internazionale Martoglio; 'Non chiedere cosa sarà il futuro' del 2015, 'Lei mi parla ancora' del 2016, Premio Riviera delle Palme e 'Il canale dei cuori' del 2018, insieme a pagine ritrovate e con testi di Vittorio Sgarbi, Elisabetta Sgarbi, Claudio Magris, Giuseppe Cesaro. "I racconti orali, trasferiti nella magia della pagina scritta, hanno acquistato una forma, sono diventati - loro e lui, mio padre - eventi più grandi della vita vissuta. La scommessa era vinta. Mio padre è uno scrittore" dice Elisabetta Sgarbi. "Fin dalle prime pagine ho provato emozione, entusiasmo, soddisfazione, e poi compiacimento per le rivelazioni e per lo stile, preso dal racconto di tante storie che non conoscevo. Ma anche un'ironia, un'intelligenza, una curiosità, un amore per la vita, un entusiasmo, una vitalità che mi erano del tutto sconosciuti" racconta Vittorio Sgarbi. "Giuseppe Sgarbi è uno scrittore e un uomo autorevole, che non dà confidenza ma non gioca con alcun segreto. Nomina le cose, fa vivere le persone e i fatti, con tacito amore e tranquillo riserbo" scrive Claudio Magris nell'introduzione a 'Non chiedere cosa sarà il futuro'. (ANSA). .