Perché i baci di passione fra Pascale e Turci 'alla faccia di Berlusconi' ci indignano tanto
Due donne seminude al sole e sullo yacht di lusso dopo la rottura milionaria, la "vendetta" femminile contro un uomo totem ammirato, odiato e molto ricercato. E' tutto qui? No, c'è molto altro
Due donne di mezza età che si lasciano andare sotto il sole e sopra uno yacht milionario. I corpi svelati dai paparazzi, i baci e gli abbracci, la complicità e i sorrisi, i topless per chi (uomini e donne) sotto l'ombrellone ama commentare tutto a proprio tutto, senza fare sconti (compresi quelli dell'invidia sociale e del risentimento di genere) alle due protagoniste di quello che è stato a buon diritto definito come il gossip dell'estate 2020. La love story tra Francesca Pascale, ex compagna di Silvio Berlusconi, e la cantante Paola Turci, ha sollevato ondate di indignazione moralista e dato nuova linfa ai commentatori professionisti, quelli che a parole detestano il moralismo ma campano dell'indicare al resto del mondo quale sia la morale da seguire. Ma cosa ci dà tanto fastidio della passione saffica tra Pascale e Turci?
Photogallery
Francesca Pascale e Paola Turci si baciano sulla barca. E' il gossip dell'estate
Dove c'è amore c'è guerra, in tutti i colori dell'arcobaleno
In un Paese che ancora fatica a farsi piacere le tante facce dell'amore arcobaleno (LGBTQIK, e la sigla va allungandosi) la notizia che Francesca Pascale, fresca di accordo di mantenimento milionario sottoscritto da Berlusconi che l'ha resa definitivamente ricchissima (20 milioni di "buonuscita sentimentale" più altro bel denaro di "diaria") abbia fatto il più eclatante dei coming out coinvolgendo un'altra 'sospetta' mai confessa, la Turci, ha deflagrato nell'immaginario collettivo. La cantante di sinistra, sempre sospettata di essere una che ama le donne, quella che cantava su Berlusconi "devi andartene" ora poggia il corpo seminudo e tonico sul ponte di un bianco accecante dello yacht che è il simbolo del confermato potere della Pascale. Come a dire: uno sfregio sulla faccia già ripetutamente corretta e plastificata dell'ex uomo più potente d'Italia. Perché dove c'è amore c'è guerra, sempre, e quando l'amore muore resta spesso la peggiore delle guerre, quella per cui si regolano nel modo più doloroso e spettacolare tutti i conti lasciati in sospeso. Si rigurgitano tutti i rospi ingoiati per sentimento, compassione, pazienza, o più cinicamente per convenienza.
La revanche femminile che l'Italia del maschio seduttore detesta
E nella guerra attorno al totem Berlusconi, sempre più stanco e traballante, ma sempre ricco e potente e perciò ambito nella sua luce milionaria (vedi la sua nuova compagna, la giovane Marta Fascina, che uomini e donne maschilisti sono stati lesti a definire "badante" esattamente come avveniva per la Pascale) tutto è permesso. Per anni un intero Paese, aizzato da giornali giustizialisti e partigiani, ha messo l'occhio di fronte alla toppa della chiave della porta che schiudeva le più private stanze della vita dell'allora imprenditore milionario e padrone dei destini politici dell'Italia. E via con le intercettazioni, le gallerie fotografiche delle tante ragazze giovani, piacenti e molto disinvolte che si inginocchiavano attorno al "drago" (come lo definì la ex moglie Veronica Lario, pure lei ferocemente determinata a portarsi appresso quanti più milioni possibili dopo la rottura), con l'orecchio teso ad ascoltare i dettagli dei festini, dei pagamenti, delle invidie e dei rancori fra le stesse ragazze attaccate alla giugulare di Silvio. Vent'anni di berlusconismo hanno esaltato all'ennesima potenza una certa italianità retrò molto latina, molto lumbard, molto "gaglioffa" e orgogliosa di sé, molto Renzo Montangnani-in-un-film-con-la-Fenech. Ma ora la società è cambiata, siamo moderni e aperti, dicono e scrivono molti. No, le dinamiche sono le stesse, come quando la Fenech o la Bouchet di turno cornificavano il cumenda insopportabile al cui potere si erano arrese per troppo tempo, preferendo un giovane aitante, o perfino qualche distrazione saffica.
E' cominciato il revisionismo su Berlusconi: chiediamoci tutti perché
Siamo lì, siamo rimasti lì. E giù tutti a parlare della revanche femminile contro un uomo destestato da moltissimi e soprattutto moltissime. Mentre ci si dimentica la verità fondamentale: gli amori nascono e finiscono, e quando finiscono, non c'è arcobaleno che di per sé possa rendere il finale più civile, solo la somma delle parti può farlo. E mentre sotto l'ombrellone tutti attendono di capire come andrà a finire la passione lesbo fra Turci e Pascale, in tutta l'Italia e sui media di tutto l'arcobaleno politico è già partito il revisionismo buonista sugli anni dell'impero Berlusconiamo. Chiediamoci tutti perché.