P Diddy e gli orrori sessuali dei white party: comincia il processo. Le accuse e le 120 denunce
Il 5 marzo è cominciata la formazione della giuria che dovrà decidere sul più grave scandalo nello spettacolo americano degli ultimi anni

Otto mesi di carcere. Intanto. A scanso di equivoci su come funzioni la giustizia negli Usa, che intenti abbia, più che mai se sei un personaggio ricco, potente, che ha influenzato tutta una scena per anni. Termuto, rispettato. Sean Combs in arte Puff Daddy, poi P Diddy dopo il primo arresto anni fa, poi Diddy, affronta il processo più atteso da mesi. Attorno a lui, uno scenario horror. Mesi di accuse, di racconti a tinte forti di quel che avveniva ai suoi blindatissimi e ambitissimi white party, le feste faraoniche e scatenate in cui tutti e tutte dovevano vestirsi di bianco. Cosa è avvenuto nella parte finale di quelle feste per partecipare alle quali le celebrità arrivavano a spendere milioni? Cosa succedeva nei cosiddetti freak off? Il 5 maggio si è aperto il processo a Diddy, arrestato lo scorso settembre.
Tre eventi nello stesso giorno
E' in qualche modo simbolico che nella stessa data si siano celebrati tre eventi: il Met Gala, ora l'evento più prestigioso e ambito dell'intero showbusiness, protagoniste molte celebrità che ai white party di Diddy hanno partecipato più volte. La rinascita del MeToo, con lo scandalo Weinstein nel mezzo e Hollywood mostrata nel suo lato più feroce e abusante. Ma al di sopra di tutto questo, ecco lo scandalo Diddy, l'apertura del processo, tutte le telecamere, le radio, i microfoni e flash su di lui. Le accuse contro Combs, sull'ala di molte testimonianze soprattutto femminili, sono pesanti: abusi sessuali, associazione a delinquere e sfruttamento della prostituzione. L'impianto accusatorio copre 17 pagine, e mentre comincia la selezione della giuria (ci vorranno giorni per completarla), l'ex peso massimo dell'hip hop, scopritore di talenti come Justin Bieber, così come i suoi avvocati, continuano a respingere tutte le accuse, e Diddy Combs insiste sul fatto che tutto ciò che avveniva durante i white party era consensuale, con tanto di accordo scritto con i singoli, che li vincolava alla totale risevatezza. Rafforzata dai video delle serare che riprendevano i partecipanti famosi e non, rafforzando il vincolo di omertà, in nome della ricattabilità di tutti. Il muro si è sgretolato.
Orge, violenze e le riprese video
Il teorema dell'accusa, supportato da ben 120 denunce con altrettante cause civili in corso, è che P Diddy usasse il sesso come arma di coercizione soprattutto verso le vittime femminili, a cui prometteva di occuparsi della loro carriera n cambio di sesso spinto, anche di gruppo. Ma alcune di queste vittime sarebbero maschili, e sono molte le voci da brivido sui rapporti di anni fa tra Combs e un giovanissimo Justin Bieber, che sapendo di questa inchiesta e di questo processo ha avuto un completo crollo psicofisico.
Le celebrità tremano
Così come tra i carnefici potrebbero esserci altre star dello spettacolo, c'è chi ha tirato in ballo la presenza e la complicità, durante le presunte violenze sessuali, di Jennifer Lopez (per un periodo compagna di Diddy Combs) Beyoncé e suo marito Jay-Z, grande amico dell'accusato, ed esistono teorie da prendere con la massima cautela su immagini di nudo in cui sarebbero ritratte Kim Kardashian e JLo durante i white party. La posta in palio è altissima, il procuratore ha ritenuto mesi fa che Combs potesse fuggire prima del processo e ha negato la libertà contro il pagamento di 50 milioni di dollari. Si dovrà poi capire quanta rilevanza abbia in questo caso la testimonianza di Cassie Ventura, un tempo compagna di P Diddy, che lei denunciò per percosse e maltrattamenti. E fece inorridire l'opinione pubblica la ripresa delle telecamere di sicurezza di un hotel di lusso, in cui lei fuggiva via con i suoi bagagli ma veniva raggiunta nei corridoi da lui che la buttava a terra, prendendola a calci e pugni.