"Leone? Solo lei fra tante disgraziate. Kidman una scopa coi capelli, che errore". I voti del creatore di dive
Parla Enrico Lucherini, storico, leggendario e temibile agente e comunicatore. Divismo e glamour oggi sono morti. In passato tutto bene? Quasi
Se dici Studio Lucherini Pignatelli, parli di un'autentica istituzione legata al mondo della comunicazione, dello spettacolo e del divismo. Punto di riferimento in Italia come pure all'estero, ogni volta che Hollywood è entrata in contatto con Cinecittà. Fondatore dello studio è stato Enrico Lucherini, da lì in poi sinonimo di "press agent delle dive", creatore di fenomeni, di intrighi, trame, gossip, mirabolanti lanci di film e attori poi entrati nel mito. Parliamo di nomi come Mangano, Mastroianni, Loren, Cary Grant, Liz Taylor, giusto per tenerci stretti con gli esempi. Dagli anni anni Ottanta, Lucherini è stato affiancato da Gianluca Pignatelli. L'oggi 88enne Enrico Lucherini dà i suoi voti alle dive vere e presunte, nuove e "stagionate". E lo fa con l'affilatezza di chi può permettersi di non avere mezze misure.
Un mare di "disgraziate" attorno a Miriam Leone
Intervistato da Robinson, supplemento culturale de La Repubblica, Enrico Lucherini sottolinea la morte del divismo e del fascino che faceva apparire le stelle dello spettacolo come persone di un altro pianeta. Oggi vanno di moda lo strillo, le urla, i peggio atteggiamenti trash. Potrebbe essere diversamente dopo anni e anni di Grande Fratello Vip e dintorni (ma poi sono quelli i "Vip"?) e di social network che hanno ingigantito l'ego delle persone comuni e convinto le superstar a mostrarsi in ciabatte, involgarite, senza trucco, per conquistare un pubblico sempre più ampio? Risultato per Lucherini: un disastro. A cominciare dalle stelle e stelline italiane: "Non c'è più nessuno. Forse solo Miriam Leone, la Eva Kant di Diabolik, è speciale. Mi auguro che resusciti non dico il divismo, ma il glamour. E' diversa dalle disgraziate che vedi ovunque".
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Miriam Leone: le immagini
Nicole Kidman, "il mostro" e l'errore
Ma con tanti successi alle spalle, tante storie di divismo regalate al pubblico e alla stampa, Enrico Lucherini ha sempre presente un errore che non si perdona. Come lui stesso ha raccontato: "Nel 1987 Gianni Hecht mi offre un film che doveva produrre per Rai 3, Un'australiana a Roma, con Massimo Ciavarro e un'attrice nuova, Nicole Kidman. Vedo una scopa coi capelli, un mostro, Gli dissi: Gianni, come faccio? Poi la ritrovo in Ore 10: calma piatta, e ha visto che carriera. Forse non sono un grande ufficio stampa". Perché nessuno è perfetto, neanche l'uomo temuto e amato per le tante storie posticce inventate in nome dell'arte e del lancio di film e serie tv di successo.
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