Paoli, il tradimento della Sandrelli con Tenco e il suicidio: "Io tentai, lui si sparò per imitarmi"
Alla soglia dei 90 anni il cantautore dice tutto e torna sui fatti più drammatici e dolorosi della sua vita. Che gli ha portato via un ex migliore amico
Quando gli anni sono quasi 90 puoi permetteti di tutto, di dire proprio tutto. E Gino Paoli non trattiene più niente. In una lunga e ricchissima (di temi) intervista concessa al Corriere della Sera ripercorre e fra i molti ricordi rispolverati si sofferma sul triangolo che unì, sconvolse e divise lui, Stefania Sandrelli e Luigi Tenco. Proprio quella che ai tempi di Sapore di sale era la sua giovanissima donna, con colui che era fra i suoi amici più stretti. Un fatto che modificò a lungo i rapporti fra i tre, fino al tentato suicidio di Paoli e a quello purtroppo riuscito di Tenco durante il Sanremo del 1967. Non tutto dipese da quel tradimento e dalla conseguente rottura, come vedremo meglio.
La telefonata di Luigi: "Sono a letto con Stefania"
Nell'intervista Gino Paoli ripercorre così il triangolo fra lui, Stefania Sandrelli e Luigi Tenco. "Luigi mi telefonò: 'Sono a letto con Stefania'. La presi malissimo e ruppi con entrambi. Quella telefonata nasceva...da un senso di protezione. Tenco era legatissimo alla mia prima moglie, Anna. Era il suo modo di dirmi che Stefania non era la donna giusta per me". Paoli non conferma che il suo tentato suicidio fosse così direttamente dettato dal tradimento della sua ragazza con il migliore amico, perché "quello accadde dopo", ma ammette che il suo tentato suicidio ispirò Tenco a spararsi, come in una emulazione fra amici.
La pallottola ferma vicino al cuore
Nella sua ricostruzione del tentativo di uccidersi nel 1963 Paoli dice: "Provo con i barbiturici, il Nembutal, annaffiati di Calvados, non mi fanno niente". L'idea di gettarsi dalla finestra lo spaventava per ciò che avrebbe poi trovato la madre. Poi il ricordo di avere due pistole, il primo colpo di prova contro un grosso libro, quindi l'idea di sdraiarsi sul letto e sparare al cuore. Il proiettile si è fermato nel pericardio e tiene compagnia a Paoli da una vita. Ma questo episodio, a dire di Gino Paoli, ispirò Tenco all'emulazione quattro anni dopo. "Un colpo di teatro non riuscito". Secondo il cantautore, l'amico si sarebbe sparato con l'ambizione di restare vivo, e questa idea potrebbe essere stata concepita sotto l'effetto di un nuova droga arrivata dalla Svezia, "il Pronox che ti dava un senso di sdoppiamento come se non fossi più responsabile di te stesso". Ma Tenco morì. Paoli è rimasto per anni schiavo di droghe sempre più pesanti, poi dell'alcol (una bottiglia al giorno di whisky). Solo con Ornella Vanoni ammette di aver capito cosa fosse il vero amore e il sesso fatto bene, con sentimento e trasporto: "Prima andavo a letto con chiunque respirasse".