Click, flash e la faccia spaccata: ritratto di Barillari, re dei paparazzi aggredito da Depardieu
Quasi 80 anni, il suo occhio ha raccontato la grande Cinecittà, i divi de La Dolce Vita e via Veneto. Una lunga galleria di facce, fino ai pugni di Gerard

Il bendaggio sulla testa, il sangue, un lato della faccia "che mi fa male tutto" e poi l'idea di denunciare. "Perché di anni ne ho 79, mica 15 oh. Me sò rotto". Se in queste ore la notizia dell'aggressione di Rino Barillari da parte di Gerard Depardieu e la sua giovane compagna sta facendo il giro del mondo le ragioni sono due. La prima è quanto sta inguaiato Depardieu fra denunce di molestie sessuali e abusi vari, la seconda è che ha preso a cazzotti la persona sbagliata. Perché Barillari è una delle cinque ragioni per cui Paparazzo è diventato prima un personaggio mitico e poi un termine di uso mondiale.
Il video in cui Barillari racconta l'aggressione di Depardieu
Video
Brutta avventura per il king dei #paparazzi #RinoBarillari: aggredito fuori da un locale di Via Veneto, a Roma, da #GerardDepardieu, infastidito dai suoi scatti.
— Tg1 (@Tg1Rai) May 21, 2024
Barillari è stato medicato al pronto soccorso.#Tg1 Claudia Antinoro pic.twitter.com/1shnDjZvZy
Cinque rivali e la gara al click più ghiotto
Rino Barillari è the king of paparazzi, definizione che rende meglio l'idea se declinata in quel romanesco morbido e cinico che era lo stesso dell'inflessione pigra del Marcello Mastroianni giornalista indolente risucchiato nel gorgo del censuratissimo e scandaloso (quando uscì) La Dolce Vita di Federico Fellini. Negli anni della Cinecittà che davvero rivaleggiava con Hollywood, dei De Sica, Rossellini e Fellini che facevano incetta di Oscar insegnando cinema al mondo, della mondanità in via Veneto, delle Hepburn e dei Gregory Peck in giro per Roma in Vespa, a contendersi gli scatti dei divi più ammirati e imitati del mondo erano in cinque. Rino Barillari, Tazio Secchiaroli, Carlo Riccardi, Matteo Ridolfi e Marcello Gepetti. Rino non si è mai fermato.
Caccia grossa e i cazzotti di Depardieu
In decenni di appostamenti e presenze nei posti giusti al momento giusto, la caccia grossa di Rino Barillari ha prodotto una galleria di ritratti che è un viaggio in quasi un secolo di divismo e costume. Barillari ha ritratto Liz Taylor, Jackie Kennedy, Brigitte Bardot, Ava Gardner, Marlon Brando i Beatles. Ha dato corpo, vizio e ironia a Vittorio Gassman, Alberto Sordi e Frank Sinatra. Allora essere divi significava esserlo davvero, non barattare ego e affari in cambio di follower usa e getta, e le storie venivano esaltate e al contempo irrise con lo scatto giusto. Quello che raccontava magagne, tirchierie, meschinità, fragilità e in fondo l'umanità a tutto tondo di figure rese mitologiche dal cinema degli anni d'oro, dai dischi ancora venduti a milioni e dalla tv che si prendeva l'immaginario popolare. Click clic flash, Rino. Anche a costo di cazzotti, spintoni, corpo a corpo col divo alterato di turno, come accadde con un Peter O'Toole eccellente sul set e sempre ad alto tasso alcolico quando ne era fuori. C'è una splendida mostra itinerante con gli scatti gioiello che documentano non solo le catture di Barillari ma i rischi del mestiere, come il pestaggio subito da Franco Nero o il gelato spiaccicato in faccia da Natasha Romanoff.
Una lunga galleria di volti finita con capolinea nello scontro fisico
Mode e anni bruciati in velocità dal cambiare delle copertine, dei look, delle facce. Ma click click flash, Rino, ed ecco "catturati" Lady Gaga, Michael Jackson, Stallone, Madonna, Bruce Willis prima della demenza. Settantanove anni di un gatto agile dall'occhio killer, fino a sbattere contro un Depardieu versione orso bruno inferocito all'Harry's Bar di via Venerto a Roma. Depardieu era in compagnia della giovane Vera Vavrusova, prima dei due a lanciare ghiaccio addosso a Barillari, poi ecco Gerard e i suoi "tre cazzottoni" in pieno viso, come ha raccontato il re dei paparazzi. Fino a cadergli addosso con tutto il peso. Scene da Dolce vita fuori stagione. Con la nostalgia che ti pulsa sulla faccia in mezzo al personale medico.