Annalisa Minetti, dopo l'arresto cardiaco' la ripartenza nel segno di Fabrizio Frizzi
Intervista a 360 gradi alla cantante che, reduce dal grande successo di Tale e quale show, è entrata nel cast della seconda edizione di "Ora o mai più", il talent show condotto da Amadeus
E' sufficiente parlare una dozzina di minuti con Annalisa Minetti per capire quanto il piangersi addosso sia non solo inutile ma anche dannoso per sé e per gli altri. Perché a 18 anni quando hai tutta la vita davanti ma all'improvviso ti dicono che sì e no vedrai solo delle ombre, sarebbe molto più facile gettare la spugna, arrendersi all'ineluttabilità del destino, del karma. E invece decidi che non è questa la soluzione. Che la vita va vissuta così come ti si presenta, anche se spietata, perché già il fatto di respirare ti ripaga di tutto. E vai avanti. Vent'anni dopo quella sentenza, il bilancio è più che positivo. C'è stato spazio per il dolore, e hai urlato e pianto per lavarlo via più in fretta, ma a prendere il sopravvento è stato l'amore. Grazie al quale Annalisa, 41 anni, e ipovedente a causa di una retinite pigmentosa, può continuare ad affrontare tutto a testa alta, certa che nemmeno una giuria "spietata" come quella di "Ora o mai più", il talent show di Rai Due a cui è stata chiamata a partecipare, può scalfire una personalità che attraversando il dolore, senza subirlo, ha costruito la sua forza
Annalisa Minetti, di strada ne hai fatta parecchia, soprattutto di corsa, e ora sei tornata al vecchio amore: la musica. Come è nata l'idea di partecipare a "Ora o mai più"?
"In realtà non ho mai smesso di fare musica nel senso che ho continuato a scrivere pezzi e a cantare nelle piazze, quello che era mancato e che ho definito un "arresto cardiaco" erano i progetti discografici seri. Quando mi è stato chiesto di partecipare a "Ora o mai più" ho accettato non pensando ad un'ultima spiaggia ma ad una occasione per ripartire. Essere circondata dall'amore della mia famiglia, di mio marito e dei miei figli, mi ha dato la spinta per accettare a testa alta questa sfida".
"Sei stata protagonista indiretta del 'caso Minghi': massacrato dai coach per il brano "Vattene amore". Che cosa vuoi dire al riguardo?
"E' stato molto imbarazzante per me, soprattutto perché Amedeo Minghi non meritava un trattamento simile. Lui' è stato un signore, è stato intelligente perché non ha risposto, ha preferito soprassedere davanti a quelle critiche assurde. Un brano può anche non piacere e ognuno può avere il suo gusto, ma c'è modo e modo di dire le cose. E poi quella canzone ha avuto un successo incredibile: ricordo che quando ero alle medie e tornavo da scuola in autobus quel "dududu dadada" lo canticchiavano tutti. Credo comunque abbia ricevuto le scuse da tutti, privatamente".
Non pensi che Amadeus sarebbe dovuto intervenire per difenderlo?
"L'imbarazzo è stato tale che anche lui è rimasto senza parole, era dispiaciutissimo. Lui è bravissimo, ma non sa come tenerli, è in una giungla. Sembra un maestro che tiene a bada degli alunni scatenati. E poi trovo assurdo che chi giudica sia a sua volta in gara. Non può essere un giudizio disinteressato. E' normale che poi si diano certi voti".
"Prima ancora di essere una cantante sei stata una Miss. Quale è la prima cosa che ti viene in mente ricordando la tua esperienza a Salsomaggiore"
"Se penso a Miss Italia il ricordo più bello è legato a Fabrizio Frizzi. Lui era l'educazione fatta persona, un uomo speciale che su questa terra aveva una missione. Era la persona più etica, più corretta, più leale e più positiva. Non l'ho mai visto perdere le staffe o incupito. E come lo vedevi in televisione era in privato. Ed è grazie a lui che ho deciso di cantare, lui mi chiese che cosa volevo fare da grande. Ed è per questo che gli dedico la mia partecipazione a "Ora o mai più", questa mia nuova opportunità".
"Quindi un bel ricordo. Rossella Brescia invece qualche giorno fa ha detto di essere stata bullizzata nel percorso per accedere a Miss Italia. Qualcuno le disse: "Sei brutta" e lei abbandonò. Tu hai avuto esperienze analoghe? Ti è mai capitato che qualcuno ti facesse sentire in qualche modo inadeguata?"
"Nessuno mi ha mai detto di essere brutta, certo, ma comunque voglio dire una cosa: io arrivo dalla danza classica e posso dire che il sesso femminile nelle competizioni delude parecchio. Ho visto mettere le lamette nel gesso delle scarpette delle ballerine e si acvorgevano di averele solo dopo un po' che stavano sulle punte. Ho visto cose di una cattiveria sconvolgente".
E a Miss Italia?
"Ricordo che mi era successa una cosa che mi aveva deluso parecchio ma per fortuna intorno a me avevo delle ragazze come Vincenza Cacace, Christiane Filangeri e Mara Carfagna che stavano vicino a me e mi proteggevano. Mi sono state tanto vicino perché una volta spari' una cosa negli spogliatoi e io fui la prima ad essere accusata. Spesso le persone sono prevenute sulla disabilità emotiva. Capita ancora oggi. Se magari c'è il bagno sporco è facile che uno dica: deve essere Annalisa, magari non ha centrato la tazza. In questi casi non parlerei di bullismo ma piuttosto di ignoranza".
Ignoranti consideri anche quei tali che ti hanno offeso sui social per il fatto che nonostante la tua disabilità hai scelto di diventare di nuovo mamma?
"A me spiace molto, io vorrei che la gente si fidasse di quello che vede e si accorgessero della grande forza che le persone tirano fuori dal dolore e che rivedessero rivedere positivamente la propria vita. Invece di guardare se il giardino del vicino è più verde dovrebbero impegnarsi a rendere il loro un capolavoro pazzesco. Tutti abbiamo ricevuto lo stesso dono: la vita. C'è chi non ha le gambe, chi ha non ha figli, chi ha un genitore bastardo. Ma tutti abbiamo lo stesso dono e di quel dono dobbiamo fare qualcosa di speciale. Dipende solo da noi rendere la nostra più bella. Io mi sento la più figa del mondo. Ecco io vorrei che qualcuno dicesse: voglio fare meglio di lei. La gente si lamenta su tutto ma anche il lavoro c'è e si trova".
Miss Italia, Sanremo e dei traguardi importantissimi nello sport. Ma non è che tutto questo "fare" è un modo per esorcizzare la paura del buio?
"Assolutamente sì. Un hater ha scritto una cosa del genere ma l'ha espressa male. Ha detto che ho rabbia e che la rabbia mi ha spinto a fare tutte queste cose. Ma non è così: io non ho rabbia, ma posso dire che tutte queste cose che mi sono capitate mi hanno portato a fare psicoterapia su me stessa. E la corsa mi ha aiutato tanto in questo. Mi ha dato una nuova vita perché li eserciti la fatica, la sofferenza la fai parlare. E la sofferenza deve venire fuori, bisogna farla uscire. il dolore deve diventare protagonista e non bisogna emarginarlo. Diversamente un giorno o l'altro ti viene addosso come una valanga. Mettersi in ginocchio e piangere fa tanto bene e io lo faccio spesso. Mi chiudo nel bagnetto e urlo, piango. perchè il dolore ovviamente c'è. Quando prendo gli spigoli e vedo il sangue scorrere, piango e mi dico che se vedessi non succederebbe".
La tua più grande paura se pensi al futuro?
"Non mi interessa la cecità e nemmeno che possano amputarmi qualcosa. Quello che mi fa più paura è l'idea di mancare, perché i miei bambini hanno bisogno di me. E allora prego Dio che mi lasci vivere finchè non saranno indipendenti, finché non saranno in grado di difendersi da soli".