Francesca Barra e le elezioni: "La bocciatura non è niente rispetto al linciaggio che ho subìto"
“Lo sapevo, me l’aspettavo. La bocciatura alle urne era nelle cose visto che il mio era uno dei collegi più difficili. Ma non è niente rispetto al linciaggio che ho dovuto subire durante la campagna elettorale. Mi riferisco all’articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano e a diversi commenti carichi di veleno sui social. Non me lo aspettavo un attacco così e non lo reputo nemmeno giusto. Non ho replicato perché non volevo condizionare la campagna elettorale. Ora però mi difendo”. Francesca Barra, the day after. La giornalista, scrittrice e conduttrice televisiva e radiofonica, candidata per il Pd nel collegio uninominale di Matera – Melfi, non ce l’ha fatta a essere eletta. E, con grande sportività, è stata una delle prime a rivolgersi via social ai suoi elettori e al vincitore, il pentastellato Gianluca Rospi. Lo ha fatto augurando al neo eletto buon lavoro: “Ho combattuto sapendo che sarebbe stata un'impresa quasi impossibile. E ho vinto tanto affetto. Che non dimenticherò. In bocca al lupo al vincitore. Perché chi ha a cuore la Basilicata non può che augurargli di lavorare bene. Benissimo! Io non smetterò di starvi accanto, anche se da giornalista e scrittrice e non da politico. Evviva la Basilicata, onore ai vincitori”.Ora però per Francesca si apre una fase nuova, “quella della tranquillità, del godermi i miei bambini, del rimettermi a scrivere”.
Proprio riguardo ciò che farà ora è nata una nuova polemica. Le sue parole “non smetterò di starvi accanto anche se da giornalista e scrittrice” hanno fatto sì che diverse persone su Facebook le rinfacciassero altre sue parole, quelle dichiarate in un’intervista al Corriere della Sera quando aveva deciso di candidarsi, ovvero “se andasse male non potrei tornare a fare la giornalista”.
“L’intervista rilasciata al Corriere verteva su altre cose, in quei giorni mi ero sposata con Claudio (Santamaria, ndr). Quando poi è uscita la notizia della mia candidatura la giornalista mi ha richiamato e mi ha fatto altre due o tre domande al volo. Il senso delle mie parole era questo: Non è che dal giorno dopo tornerò a fare la giornalista come se niente fosse. Niente sarà più come prima, la mia professione cambierà. Ma si può fare la giornalista in tante declinazioni differenti. Non è che da domani andrò a commentare nei talk politici. Non sarei obiettiva e distaccata. È ovvio che ci vuole un periodo di pausa, come d’altra parte hanno fatto altri colleghi che si sono candidati prima di me. Mi vengono in mente Lilli Gruber, Michele Santoro, Antonio Polito, ma ce ne sono tanti altri. In ogni caso negli stessi giorni in cui è stata pubblicata la mia intervista al Corriere, ne ho rilasciata anche una al Fatto Quotidiano. In quel caso a tutti i giornalisti candidati si chiedeva se sarebbero tornati, a fine mandato o in caso di bocciatura alle urne, a svolgere il proprio lavoro. E le mie parole in merito sono state molto chiare. Eccole: “Continuerei a dedicarmi ai temi che da sempre mi appassionano, su cui ci sarà sempre bisogno di un giornalismo attento e critico”. E alla domanda successiva, se sarei stata attenta e critica anche nei confronti del Pd, dichiaravo: “Il pubblico mi conosce, sa che non ho risparmiato critiche, per esempio, sul referendum sulle trivelle”. Quindi francamente non riesco a capire questa ennesima polemica. Sembra che l’unica preoccupazione ora sia cosa farò da domani. Comunque, una volta per tutte, sono e resterò e farò la giornalista”.
Come diceva poco fa, il giornalismo può essere declinato in vari modi. Che genere di giornalismo farà?
“Io scrivo libri, racconti, storie di costume, di attualità, di sport. Non vedo perché non possa continuare a farlo. Mi occupo di sociale, di storie di povertà, di immigrazione. Non vedo nessun conflitto. La mia professione è fatta da un milione di declinazioni che intendo usare. C’è un modo e un tempo per tutto. Le faccio un esempio?”.
Certo.
“Su Radio2 conducevo fino a poco tempo fa un programma sui luoghi più belli d’Italia. In che modo potrebbe essere in conflitto con il mio essere stata candidata? In nessuno. Mi sono sempre occupata di cyberbullismo e di storie di donne e francamente non vedo perché non dovrei continuare a farlo. Sono stanca di tanta ignoranza e strumentalizzazione”.
Secondo lei perché così tante polemiche sulla sua persona?
“Evidentemente faccio paura ma mi sento di rassicurare tutti, non si sbarazzeranno di me. Questi attacchi mi rendono ancora più forte e convinta che debba continuare a incidere. Evidentemente tocco dei nervi scoperti, il primo tra tutti si chiama invidia”.
Che cosa vuole dire agli hater dei social?
“Che questo odio che viene dal basso non trova riscontro tra i protagonisti delle vicende politiche. Mi sono sentita in maniera cordiale con Gianluca Rospi, il candidato del Movimento 5 Stelle. Così come ho ottimi rapporti con Matteo Salvini che più volte ha affermato di aver letto i miei libri sul Meridione. Chi mi combatte fa una guerra inutile: più agiscono così, più mi fanno restare in auge”.
Al di là del risultato che esperienza è stata la campagna elettorale?
“Umanamente è stata un’esperienza di grande orgoglio. La Basilicata è la terra nella quale sono cresciuta, dove ho lavorato e che amo tantissimo. Da giornalista non abbandonerò la Basilicata. So che tante persone sono amareggiate e scoraggiate, come d’altronde anche nel resto d’Italia”.
Capitolo elezioni chiuso: ora che cosa farà?
“Prima di essere candidata stavo portando avanti un progetto molto importante. Ora lo riprenderò in mano. Poi mi occuperò dei miei bambini: mi sono trasferita con loro e Claudio a Roma. In quanto alla tv, in questi giorni sono stata invitata in diversi programmi ma per ora ho declinato. Inoltre mi occuperò di promuovere in giro per l’Italia il mio ultimo libro “Prova a dirmelo guardandomi negli occhi”.
All’inizio di questa intervista ha fatto riferimento a un articolo apparso sul Fatto Quotidiano che ha vissuto come un attacco personale. Immagino si riferisca a quello firmato da Selvaggia Lucarelli.
“Rispetto a quell’articolo ho già chiesto e ottenuto dal giornale una rettifica in merito all’affermazione che io negli anni passati fossi stata radiata dall’Ordine dei giornalisti: non si trattava di radiazione ma di una sospensione causata da una banale vicenda di bollettini di iscrizione non pagati nei tempi previsti perché erano arrivati in un altro indirizzo diverso da quello nel quale vivevo in quel periodo. Con calma risponderò al resto. Per ora dico soltanto che durante la campagna elettorale non ho pubblicato sui social nessun selfie, come invece sono stata accusata di aver fatto. A parte uno scatto che ho condiviso su Facebook con un signore di 87 anni, proprio dopo che quell’articolo è uscito. Per non parlare delle mie “conduzioni lampo” come è stato scritto. In realtà per anni ho condotto, e non per sostituzione, il programma “La bellezza contro le mafie” su Rai Radio1. Un programma apprezzato da tanti familiari di vittime di mafia, da Carlo Lucarelli e colleghi. Bastava verificare. Potrei continuare, ma oggi sorrido. Io mi sono candidata per amore. E se questa è la reazione a un atto di amore, vuol dire che questo Paese è pieno di odio. L'odio di fronte all'amore però è niente, si mangia da solo. Le iene sono spazzini, aspettano che la preda sia abbattuta per divorarla. Non hanno coraggio di affrontarla quando è forte. Vivere in un Paese pieno di odio fa male a me per prima perché io non l'ho mai generato, nemmeno con le parole e non risponderò mai con la stessa moneta. Sarebbe stato facilissimo vendicarsi. Ma io credo ancora nella deontologia e nell'eleganza. Un’ultima considerazione: da Montanelli a Lucarelli il passo è davvero molto lungo”.