Trent'anni senza Massimo Troisi, il grande rimpianto di Anna Pavignano: "Quell’ultima volta non ma perdono"
Un legame profondo, un amore libero e un dolore immenso: la compagna storica racconta il grande attore a trent'anni dalla sua scomparsa.
Era il 4 giugno del 1994 quando cessò di battere il cuore di Massimo Troisi, un artista geniale che ha conquistato il pubblico con la sua ironia malinconica e la sua umanità profonda. A trent'anni dalla sua scomparsa, lo ricordiamo attraverso le parole di Anna Pavignano, storica compagna e sceneggiatrice dei suoi film più celebri.
Un incontro casuale e uno sguardo: così iniziò tutto
"Incrociai a un tratto il suo sguardo, complice e partecipe. Mi prese per gli occhi in mezzo alla bolgia", racconta Anna Pavignano, ripercorrendo il loro primo incontro avvenuto alla fine degli anni '70 a Torino, negli studi Rai dove lei lavorava come comparsa. Era l'inizio di un amore intenso e profondo, vissuto per lo più lontano dai riflettori.
Quell'abbraccio indimenticabile
Dal cassetto dei ricordi, Anna Pavignano ne tira fuori uno struggente. "Stavamo uscendo con il gruppone di ‘Non stop' da un ristorante di Torino. Lui agì d’impulso, come se non potesse resistere. Si avvicinò con un salto, appena fuori dal locale, e mi strinse a sé. Ecco, questo abbraccio non me lo dimenticherò mai".
Un amore libero e complicato
Ma niente nozze tra loro. "Non era nelle sue corde e, all'epoca, neppure nelle mie. Ci amavamo in modalità ideologica", spiega la sceneggiatrice, svelando la natura complessa del loro rapporto. "Avevamo stabilito a tavolino di essere una coppia aperta, alla moda". Una scelta che, con il senno di poi, porta con sé un velo di rimpianto: "Abbiamo peccato di arroganza. Non siamo stati capaci di costruire un rapporto istituzionale e di sopportarne il fardello".
Un sodalizio artistico e un'amicizia inossidabile
Nonostante le difficoltà, il loro legame era saldo e profondo, basato su un'intesa intellettuale e una complicità unica. Anna Pavignano ha scritto con Massimo Troisi le sceneggiature di Ricomincio da tre (1981), Scusate il ritardo (1983), Le vie del Signore sono finite (1987), Pensavo fosse amore... invece era un calesse e Il postino (1994), per cui riceverà la candidatura all'Oscar assieme a Michael Radford, Furio Scarpelli, Giacomo Scarpelli e allo stesso Troisi.
L'ultimo saluto e un dolore che non si placa
La scomparsa di Massimo Troisi, avvenuta poche ore dopo la fine delle riprese de "Il Postino", è stata un colpo durissimo per Anna Pavignano. "Avrei dovuto salutarlo alla festa per la conclusione del “Postino”. Ebbi un impegno improvviso, diedi forfait. E lo chiamai, per scusarmi. “Che problema, c’è? Ci vediamo al ritorno da Londra (dove lo dovevano operare), rispose con la consueta bonarietà… Il dolore più grande è stato congedarmi al telefono, come se stesse andando a togliersi l’appendicite. Come ho potuto essere così stupida? Come ho potuto?».
Un'eredità artistica e umana che vive nel tempo
A trent'anni dalla sua scomparsa, Massimo Troisi continua a vivere nei cuori di chi lo ha amato e apprezzato. La sua arte, intrisa di poesia e umanità, rappresenta un'eredità preziosa che non smette di commuovere e ispirare. E il ricordo di Anna Pavignano ci restituisce l'immagine di un uomo fragile e geniale, capace di far ridere e piangere con la sua semplicità e profondità.