Se Ansia spinge Inside Out 2 verso un successo incredibile. Cosa ci svela il "mostriciattolo" che ci imprigiona
Neanche 20 giorni di programmazione ed è già stato sfondato il miliardo di dollari di incassi. Inside Out 2, sequel del film gioiello della Disney Pixar contiuna a macinare record ovunque, a fare sfracelli al botteghino ed è di fatto il film d'animazione di maggiore successo da parecchi anni a questa parte. La Pixar non faceva un risultato del genere da tempo e in particolare non ci riusciva da troppo quando si trattava di "capitoli 2". Tutto merito di Ansia.
L'emozione mutante che condiziona il mondo
Quanti bagagli porta con sé nella mente e nelle emozioni della piccola Riley il personaggio che fa la differenza nel nuovo Inside Out. Ansia, con i suoi capelli elettrici, lo sguardo spiritato, il modo di fare e di parlare accelerato, la vigilanza su ciò che accade sempre spinta a mille al'ora, è l'invenzione geniale di un gruppo di maestri dell'animazione che hanno deciso di documentare la fase in cui Riley comincia ad entrare nell'adolescenza. Che fine fa il Senso di sé in un periodo della vita in cui vuoi tutto, senti di potere tutto, e al contempo senti di non potere nulla, cerchi affermazione e inclusione ma finisci per essere il primo nemico di te stesso? Inside Out 2 è un nuovo viaggio nell'interiorità. E se tornano le irresistiibli emozioni protagoniste del primo episodio, qui la star è proprio Ansia. L'emozione mutante che condiziona il mondo e che sta diventando la malattia più diffusa del pianeta.
L'attacco di panico
All'uscita dalla pandemia di Covid-19 il Censis pubblicava il proprio rapporto da cui emergeva che fra i ragazzi dai 18 ai 25 anni uno su due soffriva di grave stato ansioso. E se si parla moltissimo della fragilità emotiva dei ragazzini e dei bambini non va dimenticata quella degli adulti. Col moltiplicarsi degli attacchi di panico (non a caso la più drammatica e geniale delle scene di Inside Out 2). Perché? La risposta è complessa, esperti di emozioni, psicologi, medici affrontano la questione in modo multidisciplinare. L'ansia è considerata una delle emozioni più antiche e primarie dell'uomo, e se nella giusta misura rende svegli, attivi, pronti ad affrontare sfide e possibili minacce. Ma troppo spesso l'ansia è fuori controllo, con la sensazione che stia inghiottendo l'essere umano. Esiste una linea di studi e di pensiero per la quale soprattutto il modo di vita occidentale, con ritmi elevati, competizione spietata e perenne senso di insicurezza, ha come sfogo l'ansia patologica e fuori controllo. L'idea di non farcela, di vedersi portare via all'improvviso i frutti faticosi dei propri successi, l'accelerazione verso una rappresentazione di sé felice, patinata, "perfetta" sui social media da cui si cercano conferme al proprio fascino, alla propria gradevolezza a suon di like e share, ha peggiorato questa moltiplicazione degli stati ansiosi e degli attacchi di panico.
Se ripartissimo da questo: compassione?
Stavamo meglio quando stavamo peggio? Quando i nostri genitori e nonni avevano poche cose, vite più semplici, con ritmi meno stressanti anche se i lavori erano più faticosi dal punto di vista fisico? Anche questa è una questione controversa. Perché Ansia è un mostriciattolo multiforme, come ci ricorda Inside Out 2. Dove la sua esagitazione fa preoccupare ma poi induce perfino simpatia e compassione. Ecco, compassione. Volersi maggormente bene, accettarsi, smetterla di flagellarsi. Dentro compassione c'è la cooperazione delle più importanti emozioni umane. Se magari ripartissimo da qui?