Bellezza, sesso come potere e incesto in Parthenope di Sorrentino. Dove i napoletani sono il male di Napoli
Una città bellissima ma maltrattata, in cui è impossibile essere felici. Lo prova, sulla sua pelle e sul suo corpo, la splendida protagonista
Il sesso, sempre quello. Il sesso che vende, che ammalia, che soggioga, che serve per sfidare, ottenere e comandare. E' al centro di Parthenope, nuovo film di Paolo Sorrentino in arrivo nei cinema il 24 ottobre ma che è stato preceduto da alcune limitate proiezioni in anteprima a mezzanotte in selezionate città italiane. Con reazioni molto divise e molto accese. Perché se da un lato si elogia il potere visionario e l'eleganza delle immagini del regista premio Oscar, dall'altro fa molto discutere il suo sguardo severo e incline all'orrido nel film. Che appare come una dichiarazione di rabbia per quanto sia maltrattata Napoli, e di come questo maltrattamento rispecchi quello del Paese-Italia. Al centro di tutto, la bellezza mozzafiato di Celeste Dalla Porta, la ragazza-sirena che riecheggia antichi miti, a cominciare da quello fondante di Napoli. Cioè la sirena Partenope, che vinta dall'inganno di Ulisse si sarebbe suicidata, consegnando alla corrente il proprio corpo fino ad incastrarsi nell'isolotto su cui oggi sorge Castel Dell'Ovo.
Una Napoli esoterica, sensuale, degradata
Per i primi passi del film verso i cinema, e dopo i festival e la notizia che non sarà questo film a provare a correre per l'Itali agli Oscar, i segnali racconti da Parthenope di Sorrentino sono comunque più che incoraggianti. Perché in 14 città c'è stato il sold out e a vedere il film sono accorsi moltissimi giovani. Sorrentino non arretra di fronte a nulla e racconta la vicenda della moderna Parthenope partorita in una piscina vicino a Mergellina, è di un bellezza sconvolgente e questo la porta presto ad avere una storia a tre che sfiora l'incesto col fratello e il primo suo ragazzetto, a cui si concede, portando al suicidio il suo consanguineo. In una Napoli stupenda e orrenda allo stesso tempo, la protagonista comincia il suo viaggio nella vita dove, un po' come la protagonista di Povere Creature! usa il sesso come scoperta di sé e del suo potere senza alcuna remora.
Il sangue di San Gennaro sul corpo nudo
Oltre alla bellezza, la Parthenope di Sorrentino attaversa la città, i suoi segreti e le sue perdizioni dandosi allo studio della recitazione e togliendosi lo sfizio di fare sesso anche con personaggi turpi, fino a indossare i gioielli del tesoro di San Gennaro sul corpo senza veli, sfidando in modo erotico lo sguardo di un vescovo. Nel mezzo, molti sguardi, molto desiderio di lei, molto disprezzo, e due amori veri ma impossibili, quello per un anziano scrittore che la ammalia con i suoi versi (interpretato da Gary Oldman) e quello di un professore a cui il sesso non interessa ma che la intriga con la sua forza mentale e morale (lo interpreta Silvio Orlando"). Come essere felici nella città più bella del mondo? Per il fratello di Parthenope, prima di suicidarsi, è impossibile. Per l'attrice-macchietta Greta Cool, interpretata da Luisa Ranieri e che ricorda la Loren, il vero cancro di Napoli, sono i napoletani lagnosi, sciatti e senza regole. Un momento di grande durezza. Nel finale Parthenope è diventata un'antropologa e una docente (nei suoi panni Stefania Sandrelli), nel tentativo di capire gli uomini. E nella sua festa di prepensionamento, tutti i fili della trama si incrociano e si sciolgono. In modo spiazzante, perché Sorrentino ha fatto un film che non ammette mezze misure.