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Bob Marley - One Love": incassi record ma il film censura e nasconde molto. Tutte le differenze con i fatti reali

La pellicola fortemente voluta dagli eredi del re del reggae lo presenta come eroe musicale e spirituale capace di portare pace e unità in musica. Non andò così

Cristiano Sanna Martinidi Cristiano Sanna Martini   
Kingsley Ben-Adir nei panni di Bob Marley (dal film) e quello vero, morto a 36 anni nel 1981
Kingsley Ben-Adir nei panni di Bob Marley (dal film) e quello vero, morto a 36 anni nel 1981

I remember when we used to sit in the government yard in Trenchtown. Questi versi sono la somma di molta della poetica e della vita, entrambe militanti in senso politico e religioso, di Robert Nesta Marley. Il fatto che il film biografico (biopic) Bob Marley - One Love, già record di incassi al cinema, riduca questa parte del re del reggae a una sequenza sentimentale in cui canta la celebre No Woman No Cry a sua moglie Rita, presenza fondamentale ma da lui spesso tradita, già stabilisce la differenza fra quanto il film presenta e quanto evita di mostrare di quel che fu la vita reale di Marley. Trenchtown, la parte di Kingston in cui il giovane Bob era cresciuto, non solo è tuttora un centro culturale e di produzione musicale di grande importanza, ma era un posto pieno di tensione fra giovani ribelli, gangster locali, squallore urbano e proprietà terriera di un bianco irlandese. Da qui la domanda: quanto può diventare hollywoodiana la vita problematica di Bob Marley?

"Il film più hollywoodiano sul personaggio che lo era di meno"

Le parole riportate nel sottotitolo virgolettato qui sopra sono quelle di Ziggy Marley, uno dei figli di Bob. Come si sa, la famiglia, gli eredi del discepolo rasta in musica hanno voluto fortemente questo film. Ma Bob Marley, quello vero per intenderci, non è una figura rassicurante. Non ha mai voluto esserlo. Ha vissuto delle sue contraddizioni e di quelle è morto. Il film One Love si concentra su poco più di due anni del leader dei Wailers, 1976-1978.

Le ferite nella carne usate sul palco

Centrali ma non esaustivi, sono gli anni in cui killer armati spararono contro il cantante, sua moglie e il manager Don Taylor a due giorni dall'evento musicale e politico Smile Jamaica con cui il primo ministro giamaicano Michael Manley tentava di stemperare il clima sociale arroventato. Gli anni dell'esodo autoimposto di Marley scosso e ferito, del suo arrivo in Inghilterra, della composizione dell'album Exodus che lo rese definitivamente una star mondiale, fino al ritorno nella terra delle sue radici con il nuovo grande evento One Love Peace Concert (che ispira il titolo del film biografico) in cui sul palco propiziò la stretta di mano fra i due grandi rivali politici Manley ed Edward Seaga. Sul palco Marley aveva mostrato le ferite d'arma da fuoco, gesto "messianico" che ne fece ancora di più un'icona. Il film raccoglie pubblico, privato, artistico e politico-religioso di Bob in questo arco temporale. Ma dimentica molto o "zucchera" molto altro, a cominciare dall'esito del concertone della pacificazione, culmine positivo del film mentre i fatti reali, storici, dicono che Manley fu ucciso e Seaga è morto anni dopo in modo naturale, mentre il contesto giamaicano continua ad essere complicato.

Un'immagine del film

Rita, le sfuriate, la religione e la malattia

Un ammirevole Kingsley Ben-Adir dà volto, voce e corpo (molto più imponente e muscoloso di quanto fosse realmente) a Bob Marley in One Love. E' la versione americana e palestrata di un uomo che era una corda tesa, magro e febbrile, con un carattere entusiasta ma capace anche di grandi scoppi d'ira (le litigate con manager, produttori, musicisti e con la stessa Rita sono mostrati nella minima misura possibile nel film) di parecchie infedeltà coniugali. Scompaiono quasi del tutto due colonne dei Wailing Wailers (come si chiamava inizialmente la band di Bob) come Peter Tosh e Bunny Wailer, determinanti per il percorso di Marley e per la successione nel portare avanti i temi sensibili che Bob aveva messo al centro della sua musica. Nelle cronache reali non c'è nessuna pacificazione della Giamaica (Paese che ha ancora problemi grandi così) che il film spaccia per fatta al culmine del concerto del 1978.

Bob Martley (foto Ansa)

Sulla religione di Marley, il rastafarianesimo di cui era devoto apostolo in musica, si sorvola sui dettagli più problematici. La pellicola va molto veloce e leggera sulla malattia che, scoperta nel 1977, lasciò a Bob Marley tre anni e mezzo di vita. ll melanoma maligno scoperto sotto l'unghia di un piede dopo una partita di calcio. Un cancro raro, Marley rifiutò sempre di amputare il dito, cosa suggerita dai medici. C'entrava la sua fede? Se n'è discusso a lungo: i rasta hanno una serie di divieti fra cui praticare incisioni volontarie nella carne. Bob fece rimuovere l'unghia, pensando che fosse sufficiente. Non andò così. Moriva a 36 anni. Anni dopo morivano assassinati Peter Tosh, il geniale batterista Carlton Barrett, Franklin Braithwaite, il più giovane dei Wailers, quello con la voce più bella di tutta la band. Una storia piena di aspirazioni alla spiritualità e all'unità, ma con ombre pesanti legate a rese dei conti, tradimenti, trame politiche, e col tema scomodo Legalize It che è arrivato fino a noi. One Love, film americano pieno di zucchero narrativo, tace su tutto questo. 

Leggi anche: Mameli, tutte le differenze fra la fiction Rai e la Storia

Marley e le ferite mostrate dopo l'attentato (da Listal/Pinterest)
Cristiano Sanna Martinidi Cristiano Sanna Martini   
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