Valerio Mastandrea a Venezia tra amore, morte, ironia, romanticismo e un occhio a Ghost
Presentato nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema Nonostante, il suo secondo film da regista, prodotto tra gli altri da Valeria Golino e Zerocalcare
Valerio Mastandrea inaugura la sezione Orizzonti dell’81^ Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia con Nonostante, la sua opera seconda. Un salto carpiato. Il regista e attore romano infatti ci conduce nel mondo di mezzo, tra vita e morte, ironia e dramma, aldilà e vita terrena. Il film è una storia d’amore come tante, se non fosse che gli innamorati sono un uomo (Mastandrea) in coma che “vive” (se così si può dire) ingabbiato in una sorta di limbo dopo un incidente. Lei (Dolores Fonzi) è appena arrivata in ospedale, un luogo che il nostro protagonista frequenta da molti anni, insieme agli amici di sventura (Laura Morante e Lino Musella), anche loro rimasti intrappolati nella zona di mezzo.
Lei è caduta in coma dopo un incidente stradale. I due all’inizio non si piacciono, poi, come capita in molte storie d’amore, si iniziano a conoscere e dichiarano apertamente il loro amore. Vivono una storia unica, ai limiti della fantascienza, un po’ come capita nel romantico Ghost, dove l’amore è al di sopra di tutto, anche della morte.
Mastandrea realizza un film intimo, romantico e ironico. Sì ironico, con Mastandrea la drammaticità della vita viene letta sempre con uno sguardo personale, e appunto ironico. Quel personaggio spaesato che si aggira per l’ospedale e in solitaria per le strade in solitaria, sembra proprio lui, e sembra sospeso nell’aria, in attesa di giudizio. In quello stato di attesa però vive un momento di felicità, forse il momento più intenso della sua vita sospesa e terrena. Il paradosso è che il possibile risveglio dal coma di uno dei due amanti non rappresenta un momento di gioia, ma di lutto. Il risveglio o la morte definitiva implicherebbe la fine della loro storia d’amore.
L’amore come rimedio alle sofferenze
“Volevamo raccontare una storia d'amore come quelle che scoppiano improvvisamente a una festa di scuola, di pomeriggio, dove ti innamori senza un motivo reale e ti accorgi che la vita da quel giorno non sarà più la stessa di prima”, racconta Mastandrea. “Ci serviva uno spartito semplicissimo, molto classico, suonato però in un mondo quasi astratto dove la condizione dei nostri personaggi senza nome è metafora dei momenti della vita in cui stare fermi, immobili, rischia di diventare una forma di difesa dagli urti della vita. I nostri ‘Nonostante’ sono questi, un avverbio che si fa sostantivo, un popolo di persone che solo quando incontra l’amore prova a opporsi alla sofferenza”.
Questo film, prodotto tra gli altri anche da Valeria Golino e Zerocalcare, che con Mastandrea ha fondato la casa di produzione Damocle, “è dedicato alle persone che riescono a uscire dagli argini e a vedere senza paura cosa c’è oltre”, prosegue il regista. “Per spingersi oltre che cosa c’è di meglio dell’amore? L’amore ti mette di fronte a tue fragilità e vulnerabilità. Se hai coraggio di affrontarle la vita sarò migliore. Anche io mi sento un ‘nonostante’. Il film uscirà nelle sale nel marzo 2025 distribuito da BIM.